Disabilità sensoriali

Nasce a Genova il primo “social network” per bimbi ipovedenti

“Per i bambini ipovedenti i giochi migliori sono quelli in bianco e nero, che hanno un maggiore contrasto e, di conseguenza, permettono una migliore visibilità”. Silvia Dini, che si occupa di innovazione tecnologica per l’istituto Chiossone di Genova spiega alcune delle cose che si possono “imparare” attraverso Sharehab (Share Rehabilitation Resources) la piattaforma digitale online in cui tutti possono condividere informazioni ed esperienze su app e risorse digitali utili alla riabilitazione visiva dei bambini ipovedenti.

L’iniziativa, prima in Italia, permette, infatti a figure professionali e famigliari di contribuire direttamente alla segnalazione e alla valutazione dell’accessibilità degli strumenti multimediali quali software, giochi, video, ebook, ma anche di fornire materiali autoprodotti. In pratica la piattaforma si configura così come un “aggregatore” di software, link e informazioni, accessibile da terapisti, oculisti, sviluppatori, genitori e insegnanti che si impegnano quotidianamente per migliorare le abilità e le capacità di ogni bambino con disabilità visiva.

Ma Sharehab e’ solo una tra le iniziative presentate dall’istituto David Chiossone per i 150 anni dalla fondazione. Un anno di eventi e progetti per dare risposte sui vari temi, dalla riabilitazione all’integrazione, all’innovazione scientifica.

Tra questi l’apertura di un centro per le disabilità dello sviluppo e i disturbi dello spettro autistico “Gli Alberi”, che utilizza un approccio psicoeducativo integrato, applicando in modo innovativo e scientificamente testato alcune delle tecniche utilizzate anche per la riabilitazione visiva.

Molti anche gli eventi aperti alla città. Da “Genovision” il nuovo ambulatorio diagnostico e di prevenzione che aprirà entro l’estate in corso Solferino, dove si potranno effettuare visite oftalmologiche per accertare lo stato di salute dei propri occhi e diagnosticare e curare le patologie della vista, allo “Screening Day”, messo a punto per diffondere una vera e propria “cultura della prevenzione”, fino ai laboratori e alle simulazioni che saranno portate al Festival della Scienza. A questo, ovviamente, si uniscono anche alcune attività legate al ricordo del fondatore, ma anche alla ristrutturazione e all’apertura dell’archivio storico.

Fonte: genova24.it