Disabilità sensoriali

Se gli audiolibri rischiano di ammutolirsi

I “centri del libro parlato”, istituzione messa in piedi oltre 70 anni fa per consentire ai ciechi di leggere o seguire gli studi grazie agli “audiolibri”, rischiano di ammutolirsi. Compreso quello di Bologna, che conta una decina di lettori specializzati al servizio di chi ha problemi di vista e delle persone dislessiche.

A metterli sotto accusa è l’associazione italiana editori (Aie) che ha imposto un accordo, ancora da stabilire nei termini, per la continuazione dell’attività. Senza di esso non sarà possibile registrare, dunque stop al servizio. Tutto ciò sulla base di un decreto ministeriale del 2007 che subordina la lettura con registrazione di un testo, all’ottenimento di una autorizzazione (non si sa se onerosa o no) da parte di chi il testo lo ha pubblicato e ne detiene i diritti.

«Noi – spiega Marzio Bossi, uno dei lettori bolognesi – lavoriamo con edizioni scolastiche molto spesso pubblicate da piccole case editrici, e sarebbe pressoché impossibile stabilire ogni volta un accordo in tempi brevi, visto che spesso ci vengono richieste registrazioni da bimbi dislessici o studenti ciechi che ne hanno bisogno urgente». Inoltre, si chiedono i “lettori”, cosa significa accordo? «Può un decreto annullare una legge dello Stato del ’41che istituiva i centri del Libro parlato?» prosegue Bossi. Un ulteriore colpo arriva sempre dal decreto citato quando esclude dal novero delle persone con handicap i dislessici, che pure sono il 4%-5% della popolazione scolastica.
«Non potremo più leggere per loro – commenta ancora Bossi – ma è possibile che con la marea di pirateria informatica che consente di scaricare gratis un mucchio di testi, ci si accanisca proprio contro di noi che svolgiamo un servizio per i bisognosi?».

Anche l’Unione italiana ciechi e i Lions gestiscono centri che producono audiolibri e anche per loro varranno le limitazioni imposte dagli editori se non si arriverà a un accordo e anche a un chiarimento di tipo legislativo. Un fatto è già comunque certo: i dislessici non potranno più usufruire del servizio in questa situazione di incertezza. E ciò varrà anche per tutto il catalogo di audiolibri che è già registrato e che funziona come una normale biblioteca. Solo negli ultimi tempi sono state registrate 12mila ore, corrispondenti a circa mille libri che vanno dai testi scolastici a pubblicazioni scientifiche.

«Io stesso ho letto libri di ingegneria per uno studente triestino cieco che si è laureato grazie a questo servizio» spiega ancora Bossi. Stante così le cose, i “Centri del libro parlato”, compreso quello attivissimo di Bologna, sono destinati a una morte lenta.

Fonte: repubblica.it