Disabilità sensoriali

Il Museo Egizio parla la lingua dei segni

Torino. Il Museo Egizio di Torino è protagonista della prima sperimentazione al mondo di GoogleGlass4Lis

Si chiama GoogleGlass4Lis ed è il nome di un dispositivo che rende fruibile per le persone sorde le schede che raccontano le opere di un museo. Il Museo in questione è il Museo egizio di Torino e GoogleGlass4Lis rappresenta la prima applicazione al mondo per sviluppare i GoogleGlass come supporto in grado di “tradurre” in maniera automatica e in tempo reale i contenuti in lingua italiana abbinati alle opere in lingua dei segni.
In sostanza, si tratta di un paio di occhiali e di un progetto in fase di prototipo per lo sviluppo di un dispositivo mobile indossabile, “companion device” degli smartphone, in grado di garantire la fruizione di un museo ai non udenti. A tradurre le schede museali è un attore virtuale che, grazie ad un motore grafico a valle del sistema di traduzione, trasforma parole e testi in linguaggio dei segni in un video visualizzato sullo schermo degli occhiali indossati dalla persona con disabilità.

A rendere possibile il progetto, due componenti: da un lato il progetto di ricerca di Google che ha l’obiettivo di sviluppare dispositivi mobili, da abbinare agli smartphone, per ampliare i modi d’uso e la produzione di contenuti digitali; dall’altro, la piattaforma Atlas, progetto coordinato di Politecnico di Torino, con il sostegno di Regione Piemonte e la collaborazione dell’Ente nazionale sordi e dell’Università di Torino, per lo sviluppo di una piattaforma open source in grado di tradurre da una lingua a un’altra – in questo caso italiano e lingua dei segni.

A realizzare il dispositivo, la Rokivo, società con doppia sede, Usa e Torino, in collaborazione con il partner Vidiemme consulting, risultata tra i vincitori di un contest voluto da Google per selezionare gli sviluppatori e gli “use care” più innovativi per la creazione di applicazioni. «GoogleGlass4Lis – spiega Valerio Saffirio, fondatore di Rokivo – è la prima soluzione che presentiamo e anche quella che ci rende più orgogliosi, perché è stata l’occasione di sviluppare un’idea che potrà avere una forte utilità sociale». Una bellissima sfida secondo Giulio Caperdoni di Vidiemme Consulting, «quella di ideare e implementare concept acquisendo un know-how all’avanguardia, unico nel panorama italiano».

È proprio nel cuore del Museo Egizio, nello Statuario, che si potrà vivere la prima esperienza con questa nuova tecnologia. La prototipizzazione dei GoogleGlass, infatti, è stata realizzata traducendo in Lingua dei Segni Italiana (LIS) le descrizioni relative alla statua di Ramesse II, scultura capolavoro e simbolo del museo torinese, in fase di profonda riorganizzazione.

 

Fonte: ilsole24ore.com

(c.p.)