Disabilità sensoriali

Roma. Inizio anno da incubo per ragazzi ciechi e sordi: in aula senza sostegno

È un avvio di anno scolastico da incubo per gli studenti disabili romani. Non solo il servizio di trasporto con minibus attrezzati che non funziona o l’assenza di fondi per pagare gli assistenti scolastici (aec) per i bimbi di elementari e medie (i soldi sono stati trovati soltanto lunedì). Adesso viene fuori che anche molti ragazzi iscritti alle scuole superiori, in tutta Roma e provincia, hanno dovuto cominciare le lezioni senza i loro assistenti, e in molti casi non sarà possibile procedere all’affiancamento prima della metà di ottobre

Questa volta però non c’entrano né la spending review né presunti buchi di bilancio, bensì la solita burocrazia. È successo che la Provincia di Roma, senza guida politica dal dicembre scorso, è riuscita ad approvare il bilancio 2013-2015 soltanto il 2 luglio scorso, condizione che ha costretto il Dipartimento scolastico a posticipare fino ai primi di settembre l’emissione dei bandi e il trasferimento alle scuole dei fondi per gli assistenti ai disabili sensoriali (non udenti e non vedenti) e per le disabilità motorie e cognitive. Per cercare di ovviare il problema, il dipartimento provinciale ha provveduto nei giorni scorsi a spostare circa 10 milioni di euro agli istituti del territorio per il trimestre settembre-dicembre, ma a loro volta i presidi sono ora costretti a emanare bandi urgenti per mettere a gara il servizio, non potendo procedere ad assegnazione diretta o alla proroga per cifre superiori ai 2000 euro. Il risultato è che in tutto il territorio circa 800 studenti non udenti e non vedenti e circa 2400 ragazzi con altre disabilità sono ad oggi potenzialmente sprovvisti di assistenti. «Potenzialmente», perché molti presidi, nel tentativo di non danneggiare i loro alunni, procedono comunque a proroga, pur rischiando i ricorsi al Tar degli altri operatori. Ma non sempre è possibile, come al Liceo Socrate, che una settimana fa ha pubblicato un bando per la selezione di due operatori per i prossimi tre mesi: la gara si chiude il 25 settembre, dopodiché fra aperture buste e burocrazia varia sarà difficile affiancarli agli studenti entro la fine del mese. «Ma le ore per ogni alunno saranno recuperate, e poi il prossimo bando è biennale», assicurano dal dipartimento provinciale.

C’è da dire che proprio gli uffici di Palazzo Valentini hanno sempre cercato di limitare i danni. Già un comunicato del 20 giugno scorso aveva comunicato agli istituti il ritardo nella pubblicazione dei bandi e annunciato che, «appena possibile», ci sarebbero stati dei trasferimenti alle scuole. Una premura, questa, che probabilmente ha permesso a molti presidi di correre ai ripari preventivamente. Si tratta però, in generale, di una condizione non nuova, secondo il prof. Antonino Petrolino, dell’Anp, Associazione Nazionale Presidi: «Tutti gli anni è così – racconta il dirigente scolastico – anche quando i bandi vengono pubblicati in tempo, all’inizio di giugno, tra pratiche burocratiche e ricorsi delle cooperative perdenti, molti ragazzi finiscono sempre per perdere qualche giorno di scuola. Certo, se poi si pubblicano i bandi il primo giorno di scuola, ecco che scoppia il caos».

Ora resta da capire chi può far cosa per cercare di intervenire e accelerare il processo di affiancamento a tutti i 3200 studenti disabili aventi diritto. Sì, perché come detto, la Provincia di Roma è senza guida politica. L’ente che dovrebbe raccogliere l’eredità delle competenze di Palazzo Valentini è la Regione Lazio, ma da via Cristoforo Colombo spiegano che al momento non c’è nessuna legge che trasferisca alla Direzione regionale Scuola, né tanto meno all’Assessorato alla Scuola, questo tipo di incombenza. Insomma, i ragazzi e le loro famiglie restano nel limbo di un buco normativo e appesi alla buona volontà e all’elasticità di impiegati provinciali e presidi.

 

Fonte: iltempo.it

(c.p.)