Disabilità sensoriali

Gaza, aperto il primo ristorante gestito interamente da non udenti

Vicino al porto di Gaza infatti, la scorsa settimana (precisamente il 16 ottobre), ha aperto un ristorante. Interamente gestito da persone sorde.

Gaza. No, quella che state per leggere non è una cattiva notizia. Non parleremo di bombe, bambini e situazioni di guerra. Parliamo di un progetto bello, interessante e pieno disperanza. Innovativo, soprattutto.

Atfaluna, “I nostri bimbi”, così lo hanno chiamato. Una scelta coraggiosa in un paese dove ben poche sono le occasioni per le persone disabili.
“Le persone sorde hanno molta determinazione e non ci sono problemi se non quelli ovvi della comunicazione. Abbiamo deciso di avvalerci di alcuni traduttori in modo da poter servire tranquillamente anche i clienti udenti”, ha spiegato la responsabile Ayat Imtair.

Camerieri e cuochi usano la lingua dei segni, i clienti possono indicare cosa desiderano. Intuitivo, intelligente e molto utile, soprattutto se si pensa che vent’anni fa in Palestina i non udenti non avevano grandi possibilità di far parte della società.

“La sordità veniva percepita come un disturbo mentale. Ma da quando siamo riusciti a cambiare questa visione, le cose stanno andando decisamente meglio – ha spiegato Naeem Kabaja, direttore di “Aftaluna Society for Deaf Children” – con il nostro lavoro stiamo diffondendo la lingua dei segni, e rendendo consapevoli anche le stesse persone sorde su quanto sia possibile anche per loro fare parte della società”.

A finanziare il progetto c’è l’associazione svizzera Drosos, che spera in questo modo di incrementare l’occupazione dei sordi a Gaza, visto che il 25% risulta disoccupato. Considerato che 1,6 milioni di persone soffrono di questo disagio, è importante che venga sensibilizzata l’opinione pubblica e che progetti come questo siano supportati al massimo.

Progetto che non è destinato ad esaurirsi solo con il ristorante. Infatti, come spiega Sharhabeel Al-Zaeem dell’associazione Atfaluna, vuole portare questo problema all’interno delle scuole e delle università, in modo da sviluppare un’educazione “alternativa” per le persone sorde. Ad oggi infatti, “i non udenti che vogliono studiare devono lasciare Gaza. Stiamo provando a creare classi speciali per loro all’interno delle università”.

Fonte: frontierenews.it

(c.p.)