Disabilità sensoriali

Un apparecchio acustico per Blue Ear

Così il supereroe aiuta i bambini.

Anche i supereroi hanno bisogno di sentirci bene. Anthony Smith, un bambino americano di 4 anni con problemi di udito, rifiutava di usare l’apparecchio acustico perché “i supereroi non lo portano”. La mamma – allora – si è rivolta alla Marvel (la casa editrice dei noti fumetti) ed è nato Blue Ear, un eroe che, grazie al suo apparecchio acustico, gode di un udito supersonico.

Un bambino su 1.000 ha alla nascita una perdita uditiva o ipoacusia, tanto grave da pregiudicare un normale sviluppo del linguaggio. Le ipoacusie congenite possono essere ereditarie, insorgere per problemi durante gravidanza e parto o a causa di malattie infettive e alcuni farmaci. Il 25% dei bambini con problemi di udito ha un deficit completo in entrambe le orecchie. Fondamentale intervenire subito. «Una diagnosi precoce di sordità – spiega Pasquale Marsella, responsabile Audiologia e Otologia e Centro impianti cocleari dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – è possibile solo se si effettua uno screening uditivo a tutti i nuovi nati, il test delle otoemissioni acustiche (Oae), facile da eseguire e da interpretare. Si inserisce una piccola sonda nel condotto uditivo del neonato, che invia stimoli sonori all’orecchio interno e registra la buona funzionalità della coclea, l’organo che trasforma la vibrazione meccanica in stimolo elettrico da inviare poi al cervello. L’esame può essere eseguito dal personale infermieristico fin dal primo giorno di vita, richiede pochi secondi ed è un metodo di prevenzione a basso costo in grado di assicurare una vita normale al bambino».

Nel Piano sanitario nazionale 2011-2013 l’esame è una delle priorità del percorso nascita. Nel 2011 sono stati sottoposti a screening solo il 78% dei neonati italiani, 7 regioni hanno approvato una norma, altre 4 si sono attivate per eseguire comunque il test, il Lazio sta per approvare il programma. In caso di accertamenti ulteriori, il piccolo va inviato ai centri di secondo livello, dotati di strumenti e personale adeguato per confermare la diagnosi. Se necessario ci sono, infine, centri ad alta specializzazione per eseguire altri esami e stabilire la terapia. L’accordo su questi temi tra specialisti e audiologi è stato confermato da un recente consensus paper, realizzato con il supporto di Amplifon.

Al bambino può essere applicato un apparecchio acustico, o, nei casi più gravi, un impianto cocleare, cioè una protesi con una parte esterna amovibile e una interna impiantata chirurgicamente. In entrambi i casi si deve seguire un percorso riabilitativo e rispettare controlli costanti. «La diagnosi definitiva – conclude Marsella – va fatta entro i 3-4 mesi di vita, dai 4-6 si inizia con le prime protesi, se i problemi continuano si può valutare l’impianto cocleare tra i 12 e i 18 mesi. Il bambino deve poter sentire entro i 18 mesi, in epoca preverbale».

Fonte: Repubblica.it

(c.p.)