Parco dell’Arrivore

Parco dell’Arrivore

Cenni storici, architettonici, paesaggistici, naturalistici

Il nuovo Parco dell’Arrivore, inaugurato il 7 ottobre 2009 dal Settore Grandi Opere del Verde Pubblico della Città nell’ambito del grande progetto “Torino Città d’Acque”, è situato sulla sponda destra del torrente Stura, in un’area periferica ma di grande valenza naturalistica e paesaggistica completamente riqualificata.

Gli elementi paesaggistici ed ecologici su cui si è ricostituita l’identità paesaggistica di questo ambito di territorio fluviale sono:

  • il fiume e la vegetazione delle sue sponde, un “corridoio ecologico” molto frequentato dall’avifauna;
  • l’area umida, un residuo di naturalità e bio-diversità in un contesto ecologicamente riqualificato;
  • l’orlo del terrazzo naturale, verso la via Botticelli, che costituisce una balconata panoramica verso tutta l’area del Parco;
  • le visuali verso l’arco alpino e la collina torinese, che rappresentano orizzonti paesaggistici di grande valore scenico, rafforzati in alcuni casi da specifici punti di interesse panoramico (ad esempio la Basilica di Superga).

A partire dalle opere di bonifica dei siti, passando per un’attenta riqualificazione botanica ottenuta grazie al reimpianto di 3mila piante autoctone (pioppi, salici, aceri) e la creazione di una zona umida di 2mila mq. – a salvaguardia dell’avifauna e della biodiversità – si è arrivati a realizzare un’area verde ricca e a basso impatto ambientale, integrata con le caratteristiche naturali del luogo.
Il fiume e la sua vegetazione, i 140 orti urbani regolamentati, gestiti dalla Circoscrizione 6, una pista ciclo-pedonale di raccordo lungo tutto il percorso, un’area attrezzata per i pic-nic, una zona per lo sport con un campo di pallavolo e uno di calcetto, e l’area giochi, con capanne e altalene fatte di legno di robinia, rami e radici: un parco davvero unico, dove dalla scelta dei materiali al disegno delle aree la vera protagonista è la natura.
Alla progettazione del parco hanno partecipato le bambine e i bambini del quartiere, attraverso il Laboratorio ‘Città sostenibile’ della Città di Torino: a loro è stato chiesto di esprimersi, accompagnati da un tutor, sulle aree dedicate al gioco e alla socializzazione.
Un parco da scoprire durante una rilassante e piacevole passeggiata, l’Arrivore, capace di riservare piccole e grandi meraviglie.

Accessi:nr. 3: da strada dell’Arrivore, da via Botticelli, da via Enna

  • Strada dell’Arrivore
  • Via Botticelli
  • Via Enna

Accessibilità per disabili: sì

Parcheggio auto nei pressi: sì, sia lungo strada Arrivore, sia nei pressi di via Enna, su strada Settimo.

Accessibile in bici: non esistono in zona piste ciclabili che diano accesso al parco.

Parcheggio bici: no

Percorribile in bici / percorsi ciclabili interni: Sì

Mezzi pubblici: 18 – 27 – 49 – 49 barrato – 57 – 57 barrato – 62

Fermate mezzi pubblici nei pressi:

  • n. 747 – SOFIA CAPOLINEA (piazza Sofia)
  • n. 748 – SOFIA (piazza Sofia)
  • n. 1602 – SOFIA NORD (strada Settimo)
  • n. 1603 – SOFIA NORD (strada Settimo)
  • n. 2393 – SOFIA CAPOLINEA (piazza Sofia)
  • n. 2394 – BOTTICELLI N.172 (via Botticelli n. 172)
  • n. 2395 – ANCINA (via Botticelli)
  • n. 2396 – CORELLI (via Botticelli)
  • n. 2397 – CORELLI (via Botticelli)

Per maggiori informazioni relative a passaggi ed orari, consultare il sito 5T

Parco incustodito

Presenza nei pressi di posto di polizia: sì, Commissariato Barriera di Milano – via Botticelli 114

Colonnine SOS: non ce ne sono nel parco. La piu’ vicina è nell’adiacente piazza Sofia – viale di accesso al Parco della Confluenza.

Tipologia di gestione: Centrale, a cura del Servizio Verde Gestione.
Manutenzione in parte con interventi ecocompatibili

Segnalazione danni:
Servizio Verde Pubblico
Tel. 011011.20110-20111 – verdepubblico@comune.torino.it
Circoscrizione 6 – Ufficio Tecnico tel. 011.011.38833

Servizi igienici: no

Fontanelle di acqua potabile: sì, 2, su via Botticelli

Aree gioco: s ì

Aree cani: no

Aree di sosta attrezzate/picnic: tavoli disseminati nel parco

Illuminazione notturna: no (di futura realizzazione in orti urbani e area gioco)

Punti di ristoro: no

Telefoni pubblici: no (si’ nell’adiacente piazza Sofia)

Calcio:

  • Campo da calcio libero

Pallavolo:

  • Campo da pallavolo libero

La storia del parco

La storia antica dell’Arrivore

Un’antica strada romana, dal Balon (Borgo Dora) coincidendo sostanzialmente con i percorsi degli attuali corso Giulio Cesare, via Chiasso, via Aosta, via Cruto, via Corelli, arrivava in strada dell’Arrivore, al termine della quale, fino alla metà del XII secolo, era ancora in uso il ponte romano in legno sul torrente Stura. Crollato questo ponte, il passaggio del torrente avveniva tramite un traghetto, al servizio del quale erano preposti i monaci della vicina Abbadia di San Giacomo di Ponte Stura, esempio di transizione dallo stile romanico al gotico, fondata nel 1146. Il luogo ove attraccava il traghetto fu denominato Porto di Leinì, o anche Porto dell’Abbadia. Nel XVIII secolo la strada era denominata Reale Strada di Chivasso; valicato lo Stura, si dirigeva verso Chiasso, Casale, il Canavese, Milano.
La via di comunicazione mantenne la sua importanza fino al 1874, anno di costruzione del ponte Amedeo VIII, che raccordando le regioni della Barca e del Regio Parco, determinò lo spostamento del traffico sul nuovo e ben piu’ comodo asse viario,  con la conseguente caduta in disuso del traghetto e del Porto di Leini’.
L’antica cascina del Rivore, intorno alla metà del XVIII secolo, era di proprietà dei Falchero, famiglia che, nel territorio compreso fra la futura Barriera di Milano e l’Abbadia di Stura, deteneva vasti possedimenti terrieri e diverse cascine. Per quanto riguarda il nome del luogo in una mappa conservata presso l’Archivio di Stato, si legge: “Ripa di considerevole altezza volgarmente denominata la Rivor e poi Cascina del sig. Falchero”.

La storia recente dell’Arrivore

Fin verso la metà degli anni ’60 del secolo scorso, i terreni sotto la scarpata di via Botticelli erano coltivati a cereali e a foraggi, mentre le rive dello Stura, spiaggia della Barriera di Milano e Regio Parco, erano meta di scampagnate domenicali, cosa che favorì il sorgere di iniziative locali di ristoro e trattorie. Si affiancarono anche altre attività artigianali legate all’uso del suolo e delle acque: lavandai e renaioli. In seguito, le attività si trasformarono completamente ed inizio’ un uso intensivo del bacino della Stura con il sorgere di numerose cave, a cui seguì una caotica industrializzazione. Ancora visibile è l’impianto della draga tramite la quale dal greto del torrente si estraevano materiali inerti per costruzione e pavimentazioni stradali.
Al progressivo abbandono, per esaurimento, delle cave di inerti, fece seguito un maggior degrado dell’area e delle sponde che favorì inevitabilmente il conseguente insediamento di attività abusive.
Nei primi anni Ottanta del Novecento, la Circoscrizione, con le associazioni e  i cittadini del quartiere, grazie alla collaborazione della Brigata Alpina Taurinense, diedero il via alla pulizia della zona della Confluenza, allora occupata dai di gestori, vasche di raccolta di liquami. E’ il primo passo verso l’istituzione del parco, lungo tutto il tratto torinese delle sponde dello Stura.
Il recupero dell’area verde, iniziato negli anni Ottanta, si inserisce nel più ampio progetto di Torino Città delle Acque.
Per realizzarlo, è stato condotto un lungo e paziente lavoro sul territorio, finalizzato alla valorizzazione delle sue potenzialità naturali e storiche, a cui hanno contribuito le positive sinergie attivate con le scuole e tra diversi Settori del Comune di Torino attraverso il laboratorio ‘Città sostenibile’.

Elementi di interesse

L’area giochi del Parco dell’Arrivore

L’area gioco del Parco dell’Arrivore è suddivisa in zone che assolvono alle diverse funzioni individuate dai bambini e dai ragazzi: “giocare, stare insieme, vivere il paesaggio osservare il fiume e la natura”. Seguendo questo filo conduttore, lo spazio si sviluppa in armonia col paesaggio, adagiandosi sui movimenti del terreno e creando zone per letà diverse, pensate per giocare muovendosi liberamente nell’ambiente, per fare attività sportiva nei campetti di calcetto e di beach volley, per sostare, socializzare o riposarsi, sfruttando la natura del parco. Un’area pensata per tutti e che potrà diventare davvero di tutti soltanto se verrà rispettata, cosi’ come è stata rispettata dalle bambine, bambini, ragazze e ragazzi che l’hanno pensata, voluta e progettata.
Le strutture gioco rappresentano una delle particolarità dell’area gioco dell’Arrivore: ogni pezzo è unico, le forme irregolari e sinuose del legno, le sue venature, i rami e perfino le radici caratterizzano le forme rendendole originali e irripetibili. Inoltre, l’aspetto irregolare, fantasioso e non squadrato dei giochi ben si integra con l’ambiente naturale del parco, raggiungendo l’obiettivo perseguito dai bambini, dai ragazzi e dai progettisti di creare una particolare atmosfera nella quale lo spazio si armonizza con il contesto circostante. Questo risultato è ottenuto grazie alla materia prima utilizzata per la realizzazione delle strutture, il legno di robinia, le cui proprietà abbinate al design garantiscono requisiti di robustezza e di sicurezza certificata in conformità alle norme UNI-ENI 1176 e EN ISO 9001:2000.

Il progetto partecipato dell’area gioco Arrivore

Nel corso dell’anno scolastico 2006-2007 le bambine e i bambini della Scuola Elementare Cena e le ragazze e i ragazzi della Scuola Media Martiri del Martinetto sono stati coinvolti dal Laboratorio Città Sostenibile, dal Settore Grandi Opere del Verde Pubblico e dal Settore Gestione Verde Pubblico in un percorso per lo sviluppo progettuale delle aree dedicate al gioco e alla socializzazione previste nella riqualificazione del Parco dell’Arrivore.
Affiancati da un architetto “tutor”, i bambini e i ragazzi hanno sviluppato un percorso articolato in 4 fasi:

  • l’esplorazione e la conoscenza del territorio per indagarne caratteristiche e qualità;
  • la realizzazione di mappe che illustrano le potenzialità o le criticità dei luoghi osservati e ritenuti maggiormente significativi;
  • un confronto per passare da una visione individuale ad uno “sguardo comune” che consenta di elaborare delle proposte di intervento condivise da tutti;
  • un laboratorio di progettazione partecipata per convertire le idee in un vero e proprio progetto di trasformazione dell’area.
Gli orti urbani dell’Arrivore

DEFINIZIONE: Per orto urbano si intende un appezzamento di terreno destinato alla produzione di fiori frutta e ortaggi per i bisogni dell’assegnatario e della sua famiglia.

  • Totale orti presenti: 170
  • Primi 100 orti consegnati: 5 ottobre 2007
  • Superficie di ciascun orto: 100 mq

Quando, dal secondo dopoguerra, la città iniziò ad ingrandirsi accogliendo centinaia di migliaia di nuovi operai delle industrie con le loro famiglie, il tessuto urbano si espanse in maniera rapida occupando territori prima destinati alla coltivazione di ortaggi e frutta.

 

Numerosi di questi nuovi cittadini provenivano da luoghi con tradizioni contadine molto radicate e, anche a Torino, continuarono a dedicarsi alla coltivazione orticola, ricavando gli appezzamenti dagli spazi marginali che si trovavano lungo i fiumi, le strade e le ferrovie. Nel 1980 si è calcolato che la superficie occupata da orti del territorio della città di Torino era di circa 150 ettari.
Fin dal 1986 il Verde Pubblico della Città di Torino iniziò a regolamentare la fruizione degli orti con il primo specifico regolamento in merito all’assegnazione ed alla gestione degli orti urbani.
I nuovi orti urbani dell’Arrivore erano da tempo attesi: fin dal 1994 si era avanzata l’ipotesi di realizzarli e da allora la Circoscrizione 6 si è prodigata per vederli nascere.
La presenza degli orti nel parco che si affaccia sul torrente Stura, tra strada dell’Arrivore, via Botticelli e strada Settimo, è non soltanto una priorità sociale più volte segnalata dalle associazioni e dai cittadini, ma anche una componente importante del presidio del territorio, uno strumento necessario per non abbandonare un’area che altrimenti puo’ diventare sede di attività illegali.