Parco Cavalieri di Vittorio Veneto

Parco Cavalieri di Vittorio Veneto

Cenni storici, architettonici, paesaggistici, naturalistici

Il Parco Cavalieri di Vittorio Veneto è stato inaugurato con questo nome nel 1974, ma per molti torinesi rimane conosciuto con l'antico nome di Piazza d'Armi, legato al precedente uso di questo spazio per esercitazioni militari.​

Nel corso dei secoli a Torino la “piazza d’armi” ha avuto collocazione variabile: la prima sorgeva nel cuore della città attuale, cioè piazza San Carlo, poi si è spostata all’esterno della città. Fino agli inizi del ‘900 la piazza d’Armi si estendeva per 30 ettari tra corso Montevecchio, corso Peschiera, corso Galileo Ferraris, Corso Stati Uniti, corso Einaudi e la ferrovia. Come le due precedenti piazze d’Armi (dette di San Secondo, del 1874 e 1917), in gran parte coperte di ville e palazzotti con giardini,quest’area sparì sotto la spinta dell’espansione edilizia, per costruire una delle zone più belle ed eleganti di Torino, la Crocetta.

L’attuale parco è oggi è uno degli spazi verdi pubblici più grandi della città: diviso in due porzioni, nord e sud, da una fascia centrale dedicata all’addestramento sportivo dei militari e pertanto non accessibile al pubblico, è stato recentemente ridisegnato e riqualificato nella porzione sud.
E’ uno spazio adatto a tutte le età, circondato, nel suo perimetro alberato (filari di platani sui 3 lati ovest, nord e est, bagolari a sud), da una pista ciclabile di 2.000 metri, ed ospita tre aree gioco bimbi ed adolescenti e alcuni impianti sportivi (campi da bocce e un’area basket). È un parco adatto per il jogging, la bicicletta e le passeggiate, essendo ricco di alberi d’alto fusto (oltre 1500) e di angoli ombrosi rilassanti. Nel parco è stata ricreata una zona umida,  con vegetazione arbustiva e arborea igrofila, per la salvaguardia del rospo smeraldino.

Accessi:il parco è suddiviso in due porzioni, separate tra loro da una parte inaccessibile al pubblico, in quanto zona militare (Addestramento Comando Militare Regione Piemonte, con addestramenti sportivi vari, campo addestramento a cavallo, campi da tennis, campo sportivo):

  • parte sud: 5 accessi, 3 da corso IV Novembre e 2 da corso Galileo Ferraris
  • Parte nord: 6 accessi, 1 da corso IV Novembre, 4 da corso Montelungo, 1 da corso Galileo Ferraris

Accessibilità per disabili: Il parco è accessibile ai disabili

Parcheggio auto nei pressi:parcheggio a raso lungo le vie e i corsi perimetrali; grande parcheggio incustodito lato corso Montelungo; in occasione delle partite di calcio, il parcheggio è regolamentato.

Accessibile in bici: Sì , il parco è accessibile e percorribile in bicicletta per tutta la sua estensione. Una pista ciclabile corre lungo tutto il perimetro del parco, sia su corso IV Novembre, sia su corso Montelungo, sia su corso Galileo Ferraris.

Parcheggio bici: Sì (rastrelliere)

Percorribile in bici / percorsi ciclabili interni: Sì (viali in parte lastricati, in parte sterrati)

Mezzi pubblici: linee 4 – 5 – 5/ – 10 – 12 – 14 – 14/ – 17 – 63

Fermate mezzi pubblici nei pressi:

  • 274 SEBASTOPOLI (corso Unione Sovietica / corso Sebastopoli)
  • 275 SEBASTOPOLI (corso Unione Sovietica / corso Sebastopoli)
  • 323 GESSI (corso Orbassano / via Tirreno)
  • 324 GESSI (corso Orbassano / via Gessi)
  • 386 CAPRERA (corso IV Novembre – Ospedale Militare)
  • 388 SEBASTOPOLI (corso IV Novembre / corso Sebastopoli)
  • 387 CAPRERA (corso IV Novembre fronte Ospedale Militare)
  • 389 SEBASTOPOLI (corso Agnelli / corso Sebastopoli)
  • 438 AGNELLI (corso Sebastopoli / corso Agnelli)
  • 3132 SEBASTOPOLI (corso Galileo Ferraris dopo corso Sebastopoli)
  • 3137 AGNELLI (corso Sebastopoli dopo corso Agnelli)
  • 271 UNIONE SOVIETICA NORD (corso Lepanto dopo corso Turati)

Per maggiori informazioni relative a passaggi ed orari, consultare il sito 5T

Parco incustodito

Presenza nei pressi di posto di polizia: Stazione Carabinieri Torino B.S.Secondo, corso Monte Lungo 51, Tel. 011.3199680

Colonnine SOS: N° 2

  • pressi pista ciclabile lato C.so IV Novembre
  • ingresso c.so Galileo Ferraris/c.so Sebastopoli

Tipologia di gestione: Centrale, in full service affidata a Associazione Temporanea di Imprese (ATI) BARBARA B S.C.S. / I.C.F.A. SRL

Segnalazione danni:
Servizio Verde Pubblico
Tel. 011011.20110-20111 – verdepubblico@comune.torino.it

Servizi igienici: Sì, 2 nella parte sud (nei pressi delle 2 bocciofile) oltre a 2 vespasiani in c.so IV Novembre e in c.so Montelungo

Fontanelle di acqua potabile: Sì

Aree gioco: Sì (3)

  • Parte nord del parco, accesso da corso IV Novembre e da corso Monte Lungo
  • Parte sud del parco, area centrale
  • Parte sud del parco, accesso da corso IV Novembre

Aree cani: Sì (3 affiancate, per cani di grossa/media/piccola taglia), accesso da corso Galileo Ferraris.
Nel parco sono presenti anche due gattili, uno nella parte sud e uno nella parte nord, lungo la recinzione dell’area militare centrale.

Aree di sosta attrezzate/picnic: Sì

Illuminazione notturna: Sì

Punti di ristoro: Sì, 2 chioschi
(uno nella parte sud del parco e uno nella parte nord-ovest del parco)

Telefoni pubblici: No

Bocce:

  • Bocciofila Taurinense, Piazza d’Armi lato Corso IV Novembre.
    Gestione: Associazione Sportiva petanque Taurinense
  • Bocciofila La Mole, Piazza d’Armi lato Corso IV Novembre.
    Impianto in cui viene praticato il gioco delle bocce denominato “Petanque” (campo più corto e bocce più piccole) Presenza di bar ristoro. 
    Gestione: Associazione Sportiva petanque La Mole
  • Bocciofila Pensionati+Amici della scopaPiazza d’Armi lato c.so Montelungo
  • Bocciofila La baraondaPiazza d’Armi lato c.so Montelungo
  • Bocciofila Amici del Biberon, Piazza d’Armi, corso G. Ferraris, 202

Basket:

  • Impianto aperto, di libero uso, Piazza d’Armi lato corso G. Ferraris

Calcio:

  • Stadio Olimpico, tra c.so Sebastopoli (lato sud del parco) e via Filadelfia, con ingresso da via Filadelfia.
    L’impianto è accessibile – al pubblico spettatore durante le partite o le manifestazioni – durante la settimana per visite programmate.
La riqualificazione della porzione sud per le olimpiadi 2006

Progettato nell’ambito del riassetto di un importante nucleo di infrastrutture sportive della città, il nuovo parco di Piazza d’Armi è stato pensato come luogo capace di accogliere grandi eventi e manifestazioni, in stretta connessione con il complesso del nuovo Palasport Olimpico , conosciuto come PalaIsozaki ed il rinnovato Stadio Olimpico, con la Torre Maratona.

Il parco monumentale antistante gli impianti sportivi si estende per oltre 40.000 mq, con un grande prato di fronte al Palasport Olimpico, di cui riprende sul terreno le dimensioni e la geometria.
In asse alla Torre Maratona, una fontana a lame d’acqua, simile ad un canale d’acqua di circa 150 mt. esalta la centralità dello spazio architettonico e dell’elemento monumentale della Torre.

La piazza realizzata sull’ex asse veicolare di corso Sebastopoli, cambia integralmente la precedente funzione urbana, recuperando all’uso pedonale uno spazio di circa 20.000 mq., ad un unico livello, la cui pavimentazione in pietra e calcestruzzo architettonico si estende anche nei viali del parco monumentale.
Particolarmente valorizzata la salvaguardia dell’ambiente e delle specie arboree esistenti, nel disegno del parco attrezzato che si estende nelle fasce perimetrali al bordo dei corsi di traffico veicolare e verso il confine nord, per una superficie complessiva di circa 57.000 mq., che riprende il disegno originale del parco e ripropone alcune funzioni esistenti, come il laghetto naturale, le aree per il gioco dei bimbi, i punti di aggregazione per gli adolescenti e per gli anziani.

Elementi di interesse

Lo stadio olimpico e la torre maratona

Classico esempio di architettura razionalista, lo Stadio Comunale di Torino venne edificato durante il Ventennio col nome di Stadio Mussolini, per ospitare i Littoriali dell’anno XI (1933) voluti dal Duce proprio a Torino. L’Amministrazione comunale divise i lavori tra diverse imprese: lo Stadio fu affidato alla Ditta Saverio Parisi di Roma (progetto arch. Fagnoni, ing. Bianchini e ing. Ortensi), mentre la Torre Maratona e le biglietterie furono affidate all’impresa Vannacci e Lucherini (progetto dell’arch. Del Giudice, del prof. Colonnetti e dell’ing. Vannacci).

I lavori iniziarono negli ultimi giorni del settembre 1932, e l’opera venne inaugurata il 14 maggio 1933. Nel 1934 lo Stadio ha ospitato alcune gare dei Mondiali di calcio e l’11 maggio 1947 la celebre partita della nazionale Italia-Ungheria. Nei primi anni il Comunale ha ospitato le gare dei bianconeri della Juventus, e solo dalla fine degli anni Cinquanta anche la squadra del Torino si è trasferita nell’impianto, che sarà abbandonato con l’inaugurazione dello Stadio delle Alpi, in occasione dei Mondiali del 1990.
Con le Olimpiadi Invernali di Torino 2006, lo Stadio Comunale è tornato a vivere, trasformato in Stadio Olimpico, anche grazie al progetto di restauro e riqualificazione degli impianti degli architetti Luciano e Giovanni Cenna, che accosta alla conservazione delle strutture monumentali esistenti l’inserimento di nuovi elementi architettonici e funzionali.

È gestito in concessione.
Lo stadio olimpico sul sito del Settore Sport e Tempo libero della Città di Torino

L’oasi ambientale

L’area è la riproposizione in ambito urbano di un laghetto naturale caratterizzato da alcune delle più tipiche piante acquatiche e delle zone umide (Butomus umbellatus, Iris pseudacorus, Salix eleaguos, Thipha latifolia, ecc.).
Lo specchio d’acqua risulta incorniciato da tre fasce di vegetazione tipiche dell’ecosistema lacustre:

  • fascia lacustre: le piante hanno radici costantemente sommerse (Typha, Carex, Juncus) ed alcune sono caratterizzate da fioriture davvero spettacolari (Iris pseudacorus);
  • fascia di transizione: la vegetazione che la caratterizza è molto diversificata, in particolare alcune erbacee riescono ad adattarsi a livelli d’acqua sempre variabili;
  • fascia asciutta: una collezione di Salix ed altri arbusti da ambienti umidi è posta a protezione delle sponde.

Il canneto è l’ambiente idoneo per la nidificazione dell’avifauna: gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), usignolo di fiume (Cettia cetti) e molti altri uccelli. Gli uccelli trovano in tale ecosistema la copertura vegetale ed il substrato ottimale per il riparo ed il sostentamento. L’oasi ambientale nasce inoltre per favorire la presenza del rospo smeraldino (Bufo viridis), la cui presenza era già segnalata nel parco prima degli interventi di riqualificazione.

Il palasport olimpico

Edificato in occasione delle Olimpiadi Invernali Torino 2006, su progetto degli architetti Arata Isozaki e Pier Paolo Maggiora, è stato concepito come volume architettonico in grado di accogliere, oltre al ghiaccio per l’hockey nel periodo olimpico, anche le più diverse manifestazioni convegnistiche, musicali, sportive, fieristiche, ecc., con grande potenzialità d’uso e flessibilità di gestione, grazie alla sua impostazione funzionale e al suo corredo tecnologico.
L’edificio si presenta come un parallelepipedo di 183 x 100 metri, ossia oltre 18.000 mq, alto 15 metri fuori terra, completamente rivestito in pannelli di acciaio inox all’interno del quale la luce penetra attraverso fessure rettangolari di vetro, sparse in modo irregolare su tutta la superficie. L’edificio si integra e dialoga con le strutture storiche presenti all’interno dell’area (lo Stadio Comunale e la Torre Maratona) e con il parco di Piazza d’Armi, ridisegnato per interpretare e sottolineare le relazioni tra i vari impianti.
L’edificio è articolato su 4 livelli, e può ospitare un massimo di 13.000 spettatori.
È attualmente gestito dalla Fondazione Torino Olympic Park: http://www.torinolympicpark.org/

Scultura di tony cragg “punti di vista”

Con un concorso internazionale ad inviti, la Fondazione De Fornaris ha promosso la creazione di un’opera d’arte che permanesse a simbolo e memoria delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Lo scultore Tony Cragg, risultato vincitore della gara internazionale, ha realizzato un’installazione monumentale costituita da tre colonne svettanti in bronzo, che evocano la dinamicità e lo slancio verso lo spazio. Si tratta di grandi forme plastiche, aeree che rendono il segno della fuga di silhuette di volti umani in contrappunto, che si scoprono gradualmente ma inequivocabilmente nei profili delle tre sculture.
La loro conformazione e lo sfalsamento di 90° degli assi delle ellissi permettono all’osservatore di guardare ogni colonna da diversi “punti di vista”.
Tony Cragg, nato a Liverpool nel 1949, è uno dei più quotati e prestigiosi artisti del nostro tempo, con mostre personali e collettive allestite in tutto il mondo.

Si veda Punti di Vista sul sito di torino Cultura.