In Italia, in Europa e nel mondo
Due ragazze durante una manifestazione per i diritti LGBTQIA+

In questa pagina trovi informazioni sui diritti LGBTQI+ in Italia, in Europa e nel mondo:

Diritti LGBTQI+ in Italia

La prima legge italiana in materia di diritti LGBTQIA+ è del 1982. Si tratta della Legge n. 164/1982 che ha previsto la “rettificazione di attribuzione di sesso”, per permettere alle persone transessuali e transgender di effettuare il percorso di transizione e ottenere la modifica dei dati anagrafici (nome e sesso) sui documenti d'identità, attraverso l’autorizzazione all’intervento chirurgico.

Questa legge, che oggi mostra molti limiti, fu una delle prime ad essere emanata da un Paese europeo prima della creazione dell'Unione Europea, dopo che sullo stesso tema avevano emanato leggi solo la Svezia e la Germania.

Per quanto riguarda i diritti delle persone omosessuali, l’Italia è stato invece uno degli ultimi Paesi europei a dotarsi di una legge.

Nel 2016 è stato introdotto l’istituto delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso.

Si tratta della Legge n. 76/2016, conosciuta anche come legge Cirinnà, che ha introdotto l’istituto dell’ unione civile per le coppie dello stesso sesso, definite come formazioni sociali specifiche, per distinguerle dal matrimonio, istituto riservato alle coppie eterosessuali. Per le unioni civili, a differenza dal matrimonio, non è previsto l’obbligo di fedeltà e sono ridotti i tempi e le procedure di divorzio. La mancanza più problematica della legge Cirinnà riguarda la filiazione. La legge non dà la possibilità alle coppie omosessuali di adottare un minore e non riconosce il legame genitoriale tra il genitore sociale, ovvero non biologico, e i figli biologici del coniuge. La mancanza di diritti per i figli e le figlie di famiglie omogenitoriali di prima costituzione resta un problema aperto, nonostante la legge sulle unioni civili.

La stessa normativa prevede che le medesime disposizioni che disciplinano la concessione della cittadinanza per matrimonio con cittadino/a italiano/a si applicano alle unioni civili tra persone dello stesso sesso.

Per quanto riguarda i diritti LGBTQIA+ sui luoghi di lavoro, le normative e gli strumenti di tutela contro le discriminazioni in base all'orientamento sessuale e all'identità di genere, rimandiamo al Vademecum Lavoro e diritti LGBT, a cura del Coordinamento Torino Pride, in collaborazione con CGIL, CISL, UIL.

Diritti LGBTQI+ in Europa

All'interno dell'Unione Europea, i diritti delle persone LGBTQIA+ sono considerati dalle leggi dei singoli Paesi con alcune differenze.

Alcuni Paesi hanno adottato una normativa che riconosce le coppie di fatto, altri hanno riconosciuto il diritto al matrimonio egualitario tra persone dello stesso sesso (Austria, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Spagna, Portogallo, Islanda, Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca, Francia, Germania, Regno Unito, Irlanda,  Malta, Slovenia, Svizzera), in alcuni è riconosciuto anche il diritto all’adozione, seppure con diverse modalità.

Il percorso per il riconoscimento del diritto alla parità di trattamento per le persone omosessuali si è delineato con il susseguirsi dei seguenti principali passaggi:

  • nel 1981 l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha emanato una Raccomandazione rivolta agli Stati europei
  • nel 1994 il Parlamento Europeo ha adottato una Risoluzione per la parità dei diritti in materia LGBT all'interno dell'Unione Europea
  • nel 2000 il Consiglio Europeo di Nizza ha adottato la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, che con l’art. 21 sancisce il principio della non discriminazione fondata sull’orientamento sessuale. Tale articolo vieta “qualsiasi forma di discriminazione fondata, in specifico, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione, le condizioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o l’orientamento sessuale”
  • nel 2000, è stata approvata la Direttiva 2000/78 che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, includendo anche l'orientamento sessuale tra i criteri di non discriminazione (recepita dall'Italia con il Decreto Legislativo 9 luglio 2003, n. 216)
  • nel 2003 il Parlamento Europeo, con l’art. 54 della "Relazione annuale sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione Europea", ha invitato i Paesi membri a legalizzare le relazioni di coppia anche tra persone dello stesso sesso, con “gli stessi diritti riconosciuti al matrimonio”.

Per quanto riguarda i diritti delle persone transgender l’Europa presenta la possibilità di riconoscere il nome d’elezione sostanzialmente in quasi tutti gli stati con l’eccezione di Albania, Azerbaijan, Bulgaria, Croazia, Ungheria, Lichtenstein, Lituania, Monaco, Romania, San Marino, Serbia.

​Nella maggior parte dei Paesi, per poter accedere al cambio dei dati anagrafici è però richiesta una diagnosi di disforia di genere, con l'eccezione di alcuni stati come Francia, Lussemburgo, Malta, Islanda,  Irlanda, Belgio, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svizzera, Grecia.

Il divieto di interventi chirurgici prima che la persona intersex sia in grado di dare il consenso informato è presente solo in: Germania, Grecia, Islanda, Malta, Portogallo, Spagna.

Nel 2019 il Parlamento europeo si è schierato al fianco delle persone LGBTIQ+, prima condannando fermamente l’istituzione di “zone libere dall’ideologia LGBTI” in alcune province della Polonia, e in seguito, nel 2021, dichiarando l’Unione europea “zona di libertà”, dove a chiunque possa essere garantita la possibilità di mostrare pubblicamente l’orientamento sessuale o l’identità di genere, senza temere ritorsioni.

Non in tutti i Paesi dell’Unione Europea è però garantita la libertà di espressione dell’identità sessuale delle persone. 
In Ungheria è stata approvata nel 2021 una legge che vieta o limita fortemente le rappresentazioni dell'omosessualità e del cambiamento di genere nei contenuti dei media e nel materiale educativo rivolto a un pubblico di età inferiore ai 18 anni.

I dati citati in questo paragrafo, aggiornati al 2023, sono reperibili su Rainbow-europe.org.

Diritti LGBTQI+ nel mondo

L’orientamento omosessuale e l’identità di genere transgender non sono sempre state discriminate nelle diverse culture ed epoche storiche. 

L’identità di genere non è tutelata legalmente in tutti i Paesi. In diversi Paesi del mondo esistono procedure mediche e legali per il riconoscimento dell’identità di genere transgender; in alcune culture l’identità di genere transgender può essere vissuta socialmente al di fuori della medicina e della legge di stato.

Gli studi antropologici hanno mostrato come il genere non sia un dato fisso e uguale in tutto il mondo, ma una costruzione culturale che varia a seconda del luogo e del tempo e delle situazioni.

Per esempio in India esistono le comunità  Hijras, di origini antiche, composte da persone  che, anche se nate maschi, vivono la loro vita al femminile e ricoprono ruoli specifici all’interno della comunità.

Nei paesi balcanici, in genere Albania o Kossovo,  esistono ancora le burrnesh, anche dette vergini giurate, persone di sesso femminile che, per varie ragioni, assumono un ruolo maschile all’interno della comunità.

Molte società moderne, occidentali e non, esprimono un pensiero dominante secondo il quale la norma ovvero il modo di essere migliore e da preferire, è l’orientamento sessuale eterosessuale e l’identità di genere cisgender, mentre l’orientamento omosessuale e/o l’identità di genere trans sono considerati negativamente come deviazioni. Tali società sono definite eterocisnormative.

Nelle società eterocisnormative di vario grado, le persone LGBTQIA+ subiscono un trattamento diverso dalle altre: sono socialmente discriminate in quanto considerate devianti dalla normalità,  e in molti Paesi sono loro negati i diritti riservati alle persone eterosessuali, come il matrimonio, l’adozione, la fecondazione assistita.

Presentiamo il caso di un paese europeo, la Russia.

In Russia, nel gennaio 2013, il Parlamento ha esteso a tutto il territorio nazionale una legge, già in vigore a livello regionale a San Pietroburgo e in altre grandi città, che vieta la cosiddetta propaganda omosessuale nei confronti dei minori.

La genericità del significato di “propaganda” ha di fatto limitato le libertà di espressione e di manifestazione su tutti i temi LGBTQIA+ e ha contribuito a rendere ancora più difficile la vita delle persone LGBTQIA+, con un aumento di gravi episodi di omofobia e transfobia.

Con il pretesto della propaganda, viene impedita l'esposizione della bandiera rainbow, non è possibile organizzare eventi pubblici sulle tematiche LGBT (convegni, trasmissioni radio-televisive, pagine web ecc.) e vengono ogni anno vietati i pride e tutte le manifestazioni per altre ricorrenze LGBTQIA+.

Nel dicembre 2022 la situazione in Russia si è ulteriormente inasprita, in quanto è entrata in vigore una nuova legge relativa al divieto di cosiddetta "propaganda delle relazioni o orientamenti sessuali non tradizionali, della pedofilia e del cambio di sesso", che estende a tutta la popolazione il divieto di informazione sulle tematiche dell’omosessualità e della transessualità previsto per i minori dalla legge del 2013.

L'omosessualità è punita in molti Paesi, con pene di varia entità, dall’arresto sino alla pena di morte.

La ILGA World maps, costantemente aggiornata, illustra graficamente il trattamento delle persone LGBTQI+ secondo le leggi e le politiche in tutto il mondo.

Riferimenti utili

  • European Parliament’s LGBTI Intergroup
    Gruppo informale di Membri del Parlamento europeo che si prefiggono di sostenere e proteggere i diritti fondamentali della popolazione LGBTI.
    I membri hanno una posizione positiva sulle questioni LGBTQI+ nell’elaborazione di relazioni o emendamenti, quando votano o quando si occupano di affari elettorali
  • IHLIA
    Organizzazione no profit che possiede e mantiene costantemente aggiornato un archivio di grande rilevanza che documenta la storia della comunità LGBT.
    Nell’archivio si possono trovare informazioni sulla comunità, dalla cultura alla vita quotidiana
  • ILGA EUROPE
    Sezione europea dell'International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans e Intersex Association - organizzazione internazionale non governativa che riunisce 490 organizzazioni provenienti da 45 paesi europei. È stata istituita come sezione indipendente dell’ILGA nel 1996.
    È una forza trainante per i cambiamenti politici, legali e sociali a livello europeo prefigurando un mondo in cui la dignità, le libertà e il pieno godimento dei diritti umani siano sicuri e garantiti per tutti, indipendentemente dal loro orientamento sessuale effettivo o percepito, l'identità di genere, l'espressione di genere e le caratteristiche del sesso
  • OII Europe
    È l’unico raggruppamento europeo di organizzazioni che lavorano per i diritti della popolazione intersex
  • OUT RIGHT Action International
    Organizzazione non governativa che si prefigge di promuovere i diritti umani e le opportunità per le persone LGBTIQ occupandosi delle violazioni e degli abusi dei diritti umani contro lesbiche, uomini gay, bisessuali, persone intersessuali e persone transgender.
    Svolge attività di supporto sviluppando partenariati a livello mondiale, regionale e nazionale
  • Rete Lenford - Avvocatura per i diritti LGBTI
    Associazione di avvocate, avvocati e praticanti legali.
    Per sviluppare e diffondere la cultura e il rispetto dei diritti delle persone LGBTI, promuovere lo studio e la conoscenza della materia tra operatori e operatrici del diritto.
    Si occupa della tutela giudiziaria, in particolare nel contrasto alle discriminazioni.
    All'Avvocatura è affiancata una rete - Rete Lenford - a cui possono aderire professionisti e studiosi.
    La Rete è aperta anche a studentesse e studenti dei corsi di laurea o post-laurea.
    Presso la sede dell'associazione si trova anche il Centro Studi Europeo sull'orientamento sessuale e l'identità di genere
  • TGEU Transgender Europe
    Associazione di volontariato che opera per il raggiungimento dell’uguaglianza dei diritti per tutte le persone trans* in Europa.

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Data aggiornamento: 
27 Ottobre 2023
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