Mercoledì 12 aprile

Aereoporto di Caselle...danza

Llink!!check-in(g)dance. Benvenuti nel terzo millenio, benvenuti all'aereoporto di Caselle... una delle tante città all'interno di altrettante città. Come essere "ovunque" al centro del mondo, in rotta verso Londra, in arrivo a Torino Big 2000. E dopo aver comprato l'ultimo profumo alla moda, dopo aver sbocconcellato l'ultima pizza made in Italy...non resta che attendere il proprio volo, incrociando nell'attesa altre anime in viaggio. Incrociando anche qualche ballerino croato, non in partenza, ma impegnato in una coreografia che si confonde tra i flusssi di persone. Confondersi ma estraniarsi. E potremmo rimanere qui, abbiamo già tutto, a che ci seve partire? (rebecca/multitaskforce.feem)

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Tra Satie e i Kraftwek

Danza delle attese, danza delle partenze e degli arrivi....

A metà strada fra intervento metropolitano e vero e proprio spettacolo di danza il gruppo croato ha messo in scena tutto quello che avviene quotidianamente nei nostri aereoporti ma rimane chiuso nei silenzi di un'attesa. I corpi diventano pensieri inverati nei gesti delle bravissime ballerine di Zagabria. Mani e braccia tentano in tutti i modi di innalzarsi verso il cielo, gambe corrono frenetiche attorno ai banchi per il check in. E non siamo ovunque, in un nonluogo per eccellenza dove paradossalmente nessuno sembra stupirsi di questo piccolo gioiellino.
( francesco/multitaskforce.feem )

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Leggeri e dolci nell'aeroporto

Tra i viaggiatori attoniti dell'areroporto di Caselle i dieci ragazzi croati del LLINKT si sono esibiti in una performance di danza e teatro senza musica. I loro corpi si muovevano sinuosamente danzando e correndo ad un ritmo particolare: il rumore delle voci dell'aereoporto. Per un'ora l'atrio partenze è stato invaso da questi ragazzi che, indifferenti alla situazione circostante, continuavano a danzare intorno agli arredi dell'aereoporto. Sicuramente una scenografia molto particolare: i banchi dei check-in, abbandonati dalle hostess in divisa, erano conquistati da questi giovani croati che li scalavano, vi giravano attorno sensualmente, li toccavano, proponendo, così, per oggetti comuni nuovi significati astratti e decontestualizzati. Le esclamazioni della gente, le domande che si sentivano sussurrare da orecchio ad orecchio, gli avvisi delle partenze sono stati,forse, la colonna sonora più adatta ad una tale scenografia metropolitana. Silenziosi, leggeri e dolci come i gatti sono riusciti a creare in un banalissimo atrio di aereoporto un'atmosfera magica e leggermente surreale, facendo dimenticare ai viaggiatori in cravatta gli stressanti ed affannosi impegni che si chiudono nelle loro ventiquattrore. (alessandra/multitaskforce.feem)