Architettura del palazzo
Il porticato
Ad un ben diverso ordine di pensieri e di sentimenti ci induce la visita del sobrio, altissimo porticato, giustamente definito "quasi un modesto Pantčon di gloria italiana". Ancor oggi, in effetti, ci commuove la lettura delle epigrafi marmoree, ove trovansi incisi i nomi dei nostri concittadini immolatisi nelle guerre d'Indipendenza del 1848-49, e del 1859, che assommano a 40 ufficiali, e 114 tra sottufficiali, graduati e uomini di truppa.
Altre due lapidi, in ferro, sono consacrate ai 28 fiorentini caduti nella Campagna del 1848. Una quinta, infine, ci parla dei Plebisciti d'Annessione al Piemonte (settembre 1859), di Parma e Piacenza, di Modena e della Toscana. Alle opposte estremitą del vano s'ergono invece le sembianze marmoree di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, i due Monarchi del Risorgimento, scolpite rispettivamente da Luigi Cauda (1858) e da Vincenzo Vela (1865).