Città di Torino

Trecento anni di vita del Palazzo Civico di Torino 1663 - 1963

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Quadro storico

La "Colombina d'Amore"

Di prossimi sponsali di Carlo Emanuele, si era già fatto, a Torino, un gran discorrere. É per l'esattezza non a Torino soltanto, bensì anche in molte capitali europee tanto che il problema di trovar una moglie conveniente al figlio assai pro clive ai facili amori stava trasformandosi in una tormentosa ossessione per l'ormai vecchia e stanca Madama Cristina, dato che svariati motivi avevano fatto scartare, l'una dopo l'altra, quasi tutte le possibili candidature. Finalmente ci si orientò verso una soluzione, giudicata ottima da tutti i circoli di Corte, e si scelse la mite e graziosissima Francesca di Borbone Orléans figlia di " Monsieur" fratello di Re Luigi XIV e quindi anche nipote della Duches sa Madre.

Ai 19 di marzo del 1663, a Parigi nella Cappella del Louvre viene celebrato per procura il rito nuziale. Tocca ad Eugenio Maurizio di Carignano Soissons (padre del più celebre, Eugenio salvatore di Torino), l'onore di far le ve ci del cugino che, quattro giorni dopo, si porta a Lione ad incontrare la sposa quindicenne, di cui conosceva le sembianze affascinanti soltanto attraverso un ritratto del celebre Nicola Mignard, inviatogli, secondo l'uso, dalla corte francese, e tuttora custodito nella Pinacoteca Sabauda. Le inclemenze della stagione rallentano purtroppo il viaggio dell'Augusta Coppia che, per oltre un mese, si protrae attraverso la Savoia ed il Piemonte alla volta di Rivoli, ove Madama Reale é venuta ad accoglierla e ad attenderla nel salone d'onore del castello. Il 14 maggio, dopo tre giorni di sosta, ha trionfalmente luogo 1'ingresso in Torino dei due giovani, che paludati in abiti di tela d'argento a ricami d'oro, passando dal Castello del Valentino entrano a cavallo in città, per Porta Nuova.

Discesa la sera, però, il popolo, che sommerso dal bagliore d'innumerevoli fiaccole gremisce la piazza attorno ad una gran macchina di fuochi artificiali ha di nuovo modo di applaudire gli sposi, i quali sorridendo si affacciano finalmente alla loggia del nuovo palazzo di Città, ancor tutto odoroso di prossimi sponsali di Carlo Emanuele, si era già fatto, a Torino, un gran discorrere. É per l'esattezza non a Torino soltanto, bensì anche in molte capitali europee tanto che il problema di trovar una moglie conveniente al figlio assai pro clive ai facili amori stava trasformandosi in una tormentosa ossessione per l'ormai vecchia e stanca Madama Cristina, dato che svariati motivi avevano fatto scartare, l'una dopo l'altra, quasi tutte le possibili candidature. Finalmente ci si orientò verso una soluzione, giudicata ottima da tutti i circoli di Corte, e si scelse la mite e graziosissima Francesca di Borbone Orléans figlia di " Monsieur" fratello di Re Luigi XIV e quindi anche nipote della Duches sa Madre.

Un cronista contemporaneo, l'ampolloso abate Valeriano Castiglione, di manzoniana memoria, si é soffermato a descriverci il momento culminante della festa, che si ebbe quando Francesca alla quale il Sindaco di prima classe, Maletti, aveva offerto una torcia con cui dare l'avvio allo spettacolo pirotecnico, "attaccò il fuoco ad una funicella pendente dall'alto del Palazzo, onde si spiccò immediatamente dalla cima di esso una colomba con le ali infiammate, che accese la mole combustibile".

Purtroppo ad interrompere la felicità coniugale di Carlo Emanuele sarebbe sopraggiunta bruscamente nel giro di pochi mesi la morte della giovanissima consorte, che minata dal mal sottile, non resisté al crudo inverno torinese. Il 14 gennaio 1664 l'infelice principessa scendeva nel sepolcro, (ora riposa nella Sacra di S. Michele), ove, da un paio di settimane, Madama Reale l'aveva preceduta. La duplice, repentina sciagura, gettò in un amaro sconforto il già frivolo Duca, cui, tuttavia, la ragion di stato non consentiva una lunga vedovanza. Nel maggio 1665, perciò egli passava a seconde nozze con l'amata Giovanna Battista di Nemours, in onore della quale si rinnovarono, in Piazza delle Erbe, evviva e luminarie, con in più, nell'interno del Palazzo, uno spettacolo poetico musicale : "L'Eridano festeggiante nelle nozze del suo Re".

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