Quadro storico
Carolo Emanueli et franciscae a Francia optati coniugii Spe
Ci pare ovvio premettere che una monografia commemorante i trecento anni di vita di un sì illustre "Pallazzo Comune" non potrebbe in nessun caso esaurirsi nella ricapitolazione pura e semplice delle sue vicende costruttive dato che queste, quasi insensibilmente, ci spingono a rivivere a loro volta, anche i tempi che lo videro sorgere, a gettare uno sguardo al quartiere fervido di traffici popolareschi, ove nel corso dei secoli costantemente dimorò pur con frequenti mutazioni di luogo, quello che può veramente definirsi il centro propulsore, il cuore della vita di Torino.
Un quartiere che, topograficamente, s'identificava col centro geometrico della città, quanto meno della città romana, e tale in effetti, rimase, sino al secondo ampliamento del perimetro urbano, voluto da Carlo Emanuele II, nel 1673, al fine di estendere in direzione del Po i nuclei abitati.
Per bizzarro paradosso però, soltanto se considerato in rapporto al generale fenomeno del rinnovamento urbanistico della Torino seicentesca, l'episodio specifico dell'edificazione del capolavoro del Lanfranchi, può venir compreso, come vedremo, nel suo autentico significato.