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La violenza sulle donne

Pubblicato il 12-06-2009

La violenza sulle donne, così come definita nella Dichiarazione per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne emanata dalle Nazioni Unite nel 1993, è “qualunque atto di violenza sessista che produca, o possa produrre, danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata”.
La rilevanza di tale dichiarazione deriva dal ritardo con il quale la comunità internazionale ha annoverato la violenza sulle donne tra le violazioni dei diritti umani.
Soltanto a partire dal 1993 la violenza sulle donne viene considerata in relazione a tre aree:

Vista da noi

-   la violenza intrafamiliare;

-   la violenza nella società;

-   la violenza perpetrata o condonata dallo Stato.

La violenza nei confronti di donne e ragazze, nelle più diverse forme, costituisce una delle più frequenti violazioni dei diritti umani.
La violenza contro le donne è un crimine che rappresenta la prima causa di morte per la popolazione femminile di età compresa tra i 16 e i 44 anni.
Contrariamente a quanto si ritiene, la maggior parte delle violenze compiute ai danni delle donne sono ad opera di familiari o conoscenti, con conseguenze fisiche ed emotive sia per le vittime che i loro figli (per i quali vengono minati il senso di autostima e le prospettive di una crescita equilibrata).
Si stima che la tratta di donne e bambini in tutto il mondo interessi circa 2 milioni di persone l’anno. L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che una donna su cinque venga maltrattata nella sfera intima.
Nel Terzo Mondo, ogni minuto, una donna muore per conseguenze legate alla gravidanza e al parto.

Contatti

 

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