Archivio storico della Città di Torino



Mostre

BACHECA N. 8

ANIMALI ESOTICI A TORINO

Per far fronte all'impoverimento del patrimonio faunistico, depauperato dalle frequenti battute di caccia del re e della sua corte, alla fine del Settecento alcuni locali della tenuta reale di Stupinigi furono destinati all'allevamento di cervi e dei fagiani. Fu questo il primo nucleo della menageria che nell'arco dei primi decenni dell'Ottocento si arricchì di numerosi animali esotici, pervenuti in regalo o mediante acquisti favoriti dall'intensificarsi dei contatti internazionali. Furono dapprima mufloni sardi, gazzelle, camosci, canguri ad essere accolti nei poderi adiacenti la Palazzina, ma l'ospite più famoso della menageria di Stupinigi fu l'elefante indiano Fritz, inviato dal vicerè d'Egitto Mohamed Alì a Carlo Felice nel 1827 in cambio di 100 pecore merinos. Per accoglierlo nell'ex scuderia fu ricavato uno spazio interamente recintato e dotato di un cortile con una vasca di forma circolare munita di scivolo per facilitare l'accesso nell'acqua del pachiderma.
La ricca iconografia che ritrae Fritz dimostra quanto sia stato grande l'interesse suscitato dalla sua presenza nella campagna torinese. Appena giunto a Stupinigi fu chiamata a ritrarlo dal vivo la pittrice Sofia Giordano e la litografia, stampata presso il laboratorio di Felice Festa ebbe larga diffusione.
Nel 1835 fu Enrico Gonin a ritrarre l'elefante attorniato da una folla di curiosi accorsi a Stupinigi per assistere alla sua passeggiata. Ma Fritz ebbe anche l'onore di essere immortalato in un dagherrotipo, l'unico a soggetto animale realizzato in Italia di cui si sia a conoscenza. Oltre a destare meraviglia, la presenza di Fritz fornì una folta messe di osservazioni scientifiche, registrate puntualmente da Casimiro Roddi, chef de la Ménagerie e da Giuseppe Genè e Filippo de Filippi, che si avvicendarono alla direzione del Museo Zoologico torinese. Essi registrarono con cura notizie sulle sue condizioni fisiche (il pachiderma fu affetto più volte da mal di denti e da indigestioni, causate da una alimentazione spesso assolutamente inadeguata), sulle cure mediche prestate oltre a interessanti osservazioni sul suo comportamento.
L'ascesa al trono di Vittorio Emanuele II segnò il declino del povero Fritz. Rattristato dalla morte del suo guardiano, come spesso accade agli animali in cattività, divenne difficilmente governabile, mentre il re mal tollerava l'entità delle spese per il suo mantenimento: fu un concorso di cause che decretarono la sua condanna a morte, eseguita mediante asfissia con l'ossido di carbonio l'8 novembre 1852.
Sui suoi resti si svolsero numerosi studi nel campo dell'istologia e sulla retina dei mammiferi.

L'elefante Fritz ritratto in una litografia

Elefante indiano maschio di anni 27 nella Real Villa di Stupiniggi in Piemonte, litografia Felice Festa su disegno dal vivo di Sofia Giordano, 1827
(Collezione Simeom, D 1870)


L'elefante Fritz a Stupinigi

R. Castello di Stupinigi, litografia di Demetrio Festa su disegno di Enrico Gonin, 1835
(Collezione Simeom, D 830)


Elefante

Faustino Curlo (?), L'Elefante di Torino che poi morì pazzo, 1850 circa, dagherrotipo
(Collezione Simeom, C 4400)


Nel novembre 1817 Felice Festa introdusse a Torino il procedimento litografico. La giraffa del 1818 e Il tamarino del 1819, disegnate dal vero da Pietro Monticone, sono tra i primi esemplari realizzati con la nuova tecnica di stampa nello stabilimento torinese. Le due stampe facevano parte della Raccolta di dodici quadrupedi forestieri di Franco Andrea Bonelli, direttore del museo zoologico di Torino, che realizzò il volume con l'intento di fornire al pubblico dei non specialisti informazioni sugli animali più interessanti dell'Istituto. Egli stesso corredò le immagini con brevi ma esaurienti didascalie.
(Collezione Simeom, D 1871 e D 1874)

La giraffa il Tamarino
Rinoceronte

Le Rhinocéros, de la Côte-de-Malabar, âgé de 6 ans, ayant 7 pieds de hauteur, 12 de long, 11 de circonférence, et pésant 4800 livres. Cet animal est le seul qui existe, vivant, en Europe. Il a été débarqué à Rotterdam, le 27 juin 1814, par le sicur Jacques Tourniaire et il sejourna à Turin pendant tout le mois de novembre de l'an 1827. Litografia anonima, circa 1827
(Collezione Simeom, D 1873)

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