Verso il centenario della strage di Torino: per fare tesoro della nostra storia

Un particolare della copertina dell'opuscolo pubblicato dalla Città di Torino con il catalogo delle iniziative

Tra il 18 e il 20 dicembre del 1922, bande armate fasciste seminarono morte e terrore nelle strade di Torino, Undici morti (ma secondo fonti non ufficiali furono più numerosi), decine di feriti da pistolettate e coltellate, la Camera del Lavoro distrutta e il suo segretario, l’anarchico Pietro Ferrero, legato a un autocarro e trascinato a morte lungo corso Vittorio Emanuele, Assassinato anche Carlo Berruti, consigliere comunale eletto con i socialisti e passato a rappresentare in Sala Rossa il Partito comunista d’Italia con un collega illustre quale Angelo Tasca, subito dopo la scissione di Livorno.

Pietro Ferrero, segretario della Camera del Lavoro, tra i primi a venire assassinati durante la rappresaglia fascista

Ma la caccia all’uomo, in centro come nei quartieri popolari quali Barriera di Mizza o Borgo San Donato, non riguardò soltanto militanti di sinistra. Angelo Quintagliè, un usciere delle Ferrovie di orientamento assai moderato, si limitò a deplorare con alcuni colleghi i primi fatti di sangue e lo pagò con la vita. Un commerciante, Cesare Pochettino, venne prelevato a casa sua, portato in collina e brutalmente assassinato. Una rappresaglia dopo uno scontro a fuoco avvenuto in Barriera di Nizza, che aveva visto cadere a terra due fascisti, colpiti da un attivista comunista. La rappresaglia, nei confronti di persone estranee al fatto, venne organizzata e coperta politicamente dal fascismo sia a livello locale che nazionale: del resto, Benito Mussolini aveva ricevuto l’incarico di presidente del Consiglio, dalle mani del re Vittorio Emanuele III, poco meno di due mesi prima.

La storia è più lunga e complessa (la racconta bene un libro dello scomparso giornalista Giancarlo Carcano “La strage di Torino”, oggi ripubblicato a cura della Fondazione Antonio Gramsci), con un triste finale nel 1971: il feretro del principale responsabile politico organizzatore del massacro, il console fascista Piero Brandimarte, venne marzialmente salutato da un picchetto d’onore dell’Esercito della Repubblica Italiana.

Quest’anno per i cento anni trascorsi dal tragico evento, la Città di Torino ha organizzato una serie di eventi, presentati questa mattina dall’assessora Rosanna Purchia e dal consigliere Pierino Crema durante una riunione congiunta, presieduta da Lorenza Patriarca, delle commissioni V Cultura e Contrasto dell’intolleranza. In particolare, domenica 18 dicembre i martiri della strage fascista saranno commemorati da autorità e organizzazioni sindacali alle 10.45, di fronte alla lapide che li ricorda in quella che per anni è stata popolarmente chiamata “Porta Susa” ma è in realtà piazza XVIII dicembre. Toponimo, quest’ultimo, tornato pienamente all’onor del mondo con la realizzazione della fermata XVIII dicembre della linea 1 di Metropolitana, tra l’altro una delle più frequentate. Proprio all’interno di essa, subito dopo la commemorazione, sarà inaugurata un’opera artistica dal significativo titolo “100”, realizzata in collaborazione con la Scuola di pittura dell’Accademia delle Belle Arti. Con queste e altre iniziative, si inviterà la città intera a far tesoro della memoria di una pagina nera nella storia della nostra comunità.

Claudio Raffaelli

Per maggiori informazioni:

http://www.cr.piemonte.it/web/assemblea/organi-istituzionali/comitati-e-consulte/comitato-resistenza-e-costituzione/strage-xviii-dicembre-a-torino

http://www.comune.torino.it/cgi-bin/cittagora/exec/view.cgi/1/11442