Vittime dello stadio Heysel: il potere della memoria

Si è tenuta questa mattina la cerimonia di intitolazione della “Piazzetta Vittime dello stadio Heysel”, tra Lungo Dora Agrigento e Strada del Fortino. Ricorre infatti oggi il 33° anniversario della tragedia avvenuta il 25 maggio 1985, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, giocata allo stadio Heysel di Bruxelles, in cui morirono 39 persone, tra cui 36 uomini, due donne e un bambino di 11 anni e rimasero ferite più di 400 persone di ogni nazionalità, di cui 257 in modo grave.
I fatti di quella tragica e indimenticabile sera hanno inizio alle 19.08, quando gli hooligans del Liverpool assaltano il tristemente famoso settore Z dello stadio Heysel, settore che doveva essere dedicato agli spettatori belgi ma i cui biglietti erano stati rivenduti a tifosi di varie nazionalità, soprattutto italiani. È alle 19.15 che si consuma il tragico epilogo, il momento in cui il muro che delimita il settore Z crolla sotto il peso della folla in panico che tenta di fuggire dalla carica dei tifosi inglesi, tra i quali erano presenti 4000-5000 tifosi senza biglietto. Inadeguati infatti i controlli all’ingresso dello stadio e inadeguate le misure di sicurezza: dei 1300 gendarmi dichiarati nel piano di sicurezza, soltanto 400 erano effettivamente presenti all’Heysel al momento degli scontri.
La partita si inizia a giocare alle 21.35, dietro insistenza delle autorità belghe per motivi di ordine pubblico, e viene vinta dalla Juventus per 1 a 0. Ma non è questo ciò che viene ricordato di quella serata tragica, una serata durante la quale lo sport è passato in secondo piano.
Durante la cerimonia di intitolazione, è il presidente del Consiglio Comunale Fabio Versaci il primo a invitare a non dimenticare, sottolineando l’importanza del ricordo e delle immagini di quella sera, utili come testimonianza “della partita della morte”, di “una partita di calcio che diventa teatro di morte”. Sono il ricordo e la memoria i temi trainanti della cerimonia, un ricordo che viene troppo spesso infangato da cori e striscioni negli stadi.

Gianluca Pessotto, dirigente sportivo della Juventus, rimarca il poco rispetto che c’è ancora in Italia nei confronti di questa tragedia, una tragedia di tutti, che non appartiene a nessuna tifoseria, una tragedia italiana ed europea, troppo spesso messa da parte e dimenticata. “Per non dimenticare Heysel” è anche il titolo della mostra fotografica di Massimo Tadolini, intervenuto oggi, realizzata nel 2015 in onore del 30° anniversario della tragedia e riproposta, fino al 30 giugno, alla Biblioteca Civica Italo Calvino, proprio davanti alla Piazzetta Vittime dello stadio Heysel. All’intitolazione era presente anche la sindaca Chiara Appendino che ha ribadito l’importanza del ricordo e ha espresso la sua vicinanza e quella della Città ai familiari delle vittime. Sono intervenuti, durante la cerimonia, anche il presidente della Circoscrizione 7, Luca Deri, il presidente del comitato di Reggio Emilia “Per non dimenticare Heysel”, Iuliana Bodnari e il presidente dell’Associazione Familiari vittime dell’Heysel, Andrea Lorentini.

Alice AmariUniversità di Torino