L’omaggio della Città ai Martiri di via Asti

Bruno Segre

Viva l’eterna Libertà!” Così Bruno Segre, classe 1918, presidente della Federazione provinciale torinese dell’Associazione nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti , ha concluso il suo appassionato intervento ricordando, questa mattina, i martiri detenuti, torturati e fucilati nella caserma La Marmora di via Asti.

Ricordi che affondano le radici tra l’8 settembre 1943 e la fine di aprile 1945, quando la caserma, nella quale egli stesso fu detenuto, fu liberata in concomitanza con la liberazione della città.

Ricordi alternati a riflessioni sull’attualità, con riferimento al conflitto in Ucraina.

Siamo solidali con tutti i combattenti, ha detto Segre, non mandiamo armi per non aggravare il conflitto, noi siamo con loro, oggi come ieri e come domani, sempre in nome dei valori della democrazia”

Dopo gli onori ai Caduti, con la deposizione di una corona di alloro presso il muro che ancora porta i segni dei proiettili sparati dai plotoni di esecuzione verso i condannati a morte, è intervenuta, in rappresentanza della Città, la consigliera Lorenza Patriarca.

Gli onori ai Caduti

La caserma che divenne il quartier generale dell’Ufficio Politico Investigativo della Guardia Nazionale repubblicana fu luogo di interrogatori, torture, detenzione e fucilazione per tutti coloro che erano sospettati di connivenza con la Resistenza, ha ricordato Patriarca.

Tuttavia, ha evidenziato, “la repressione non è riuscita a spegnere sogni e speranze di una generazione che ha combattuto il nazifascismo. I Partigiani hanno saputo immaginare un’Italia plurale e democratica. Dal loro sacrificio sono maturati i valori che hanno sostanziato la nostra bella Costituzione, ha aggiunto, che troppo spesso dimentichiamo o sottovalutiamo”.

Valori e testimonianze, ha concluso Patriarca, da trasmettere alle nuove generazioni perché si evitino gli errori che hanno portato il nostro Paese a sprofondare in un periodo così buio come quello della dittatura e della guerra civile”.

Federico D’Agostino