L’11 Dicembre 2023 nella Sala Colonne di Palazzo Civico abbiamo organizzato, in collaborazione con l’Assessore comunale al Welfare, Diritti e Pari opportunità Jacopo Rosatelli, l’incontro di presentazione del documento “Sviluppo di strategie alternative alla detenzione amministrativa nei Centri di Permanenza per i Rimpatri”.

È stata occasione per promuovere proposte preventive e alternative alla detenzione amministrativa e per ribadire il fallimento del C.P.R., rivelatosi inutile a perseguire l’obiettivo dei rimpatri, e afflittivo nella limitazione dei diritti fondamentali.

Il 13 marzo 2023 il Consiglio Comunale della Città di Torino ha approvato un ordine del giorno che auspicava la chiusura definitiva del Centro di Permanenza e Rimpatrio “Brunelleschi”, con l’impegno da parte del Sindaco e della Giunta di chiedere al Governo che le risorse liberate venissero impiegate a favore di politiche inclusive nei confronti della popolazione straniera della Città. In linea con la politica intrapresa dagli amministratori della Città, è maturata l’idea di istituire un Tavolo di lavoro, su iniziativa della Garante cittadina dei diritti delle persone private della libertà personale e dell’Assessorato al Welfare, diritti e pari opportunità, composto da esperti giuristi in diritto dell’immigrazione, da esperti specialisti in medicina dell’immigrazione e rappresentanti del terzo settore impegnati in progetti con cittadini stranieri. L’obiettivo che è posto il Tavolo è stato individuare misure preventive e alternative al trattenimento in detenzione amministrativa e sperimentare nuove strategie da attuare sul territorio. Come si dirà più avanti, la detenzione amministrativa nel CPR si dimostra da un lato non efficace nel perseguire l’obiettivo dei rimpatri e, dall’altro, assai costosa. L’esperienza del trattenimento è inoltre fortemente afflittiva, limitativa del diritto alla comunicazione e deleteria per la salute fisica e psichica degli stranieri, lo dimostrano non solo i numerosi studi e ricerche in questo ambito, ma anche l’esperienza diretta presso il CPR.

E’ emersa dunque l’opportunità di adottare soluzioni innovative che realizzino il migliore bilanciamento possibile tra sicurezza dello Stato e garanzia dei diritti fondamentali della persona. Se si prendono a riferimento gli ultimi anni di attività del CPR “Brunelleschi”, si evince che nel 2022, su un totale di 879 cittadini stranieri trattenuti, solo 240 sono stati rimpatriati; nel 2021, su un totale di 755 cittadini stranieri trattenuti, ne sono stati rimpatriati 128, mentre nel 2020, anno del Covid e delle navi quarantena, su 791 cittadini stranieri trattenuti, 461 sono stati rimpatriati. In riferimento al 2023, sino al 5 marzo, giorno della chiusura, sono stati registrati 235 transiti (solo 28 persone provenivano da istituti penitenziari) e 46 rimpatri, mentre dal 5 marzo al 31 agosto, a CPR chiuso, risulta che i cittadini stranieri rimpatri siano stati 38.Studi e statistiche a livello europeo confermano che il tempo del trattenimento non accresce la possibilità del rimpatrio. Sotto il profilo dei costi, di degna nota è la recente analisi dal titolo “Trattenuti” a cura di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari dalla quale emerge che il costo medio annuale per la gestione e per la manutenzione ordinaria e straordinaria è per la struttura Brunelleschi di 2.345.241,75 euro. Preme inoltre evidenziare come negli ultimi anni vi sia stato un incremento di eventi critici e gesti anticonservativi. Negli ultimi mesi del 2021 i tentativi di suicidio sono stati 110. Il Servizio di emergenza sanitaria territoriale 118 della Città Metropolitana di Torino negli anni 2021 e 2022 ha registrato una forte crescita di pazienti trasportati, rispettivamente 192 e 201, rispetto ai 22 del 2019 e ai 32 del 2020.

Lo scopo del gruppo di lavoro è stato quindi di prevenire e/o contenere il ricorso alla detenzione amministrativa e di agevolare una “soluzione” del caso, anche in collaborazione con le Istituzioni, vale a dire la regolarizzazione del soggiorno in Italia, se ne ricorrono le condizioni, o il rimpatrio volontario. A questo proposito sono stati individuati quattro principali ambiti di possibile intervento: a) la presa in carico della situazione individuale attraverso il cd. case management, al fine di valutare le prospettive di regolarizzazione o di rimpatrio volontario; b) la limitazione dell’uso del trattenimento amministrativo in favore del ricorso alle misure alternative; c) la presa in carico dei cittadini stranieri trattenuti per il tempo del riconoscimento presso le Camere di Sicurezza della Città; d) Il riconoscimento del cittadino straniero detenuto durante il periodo detentivo. 

 

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Sviluppo di strategie alternative alla detenzione amministrativa nei Centri di permanenza per i rimpatri