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Motovelodromo "Fausto Coppi"

15_2019 Immagine Web Articolo Motovelodromo

L’immobile è parte dell’isolato compreso tra via Castiglione, via Giovanni Boccaccio, via Chiaro Davanzati, via Lomellina, piazza e via Guido Cavalcanti, piazza Francesco Carrara e corso Casale.
Il contesto urbano circostante è prevalentemente residenziale.
Il territorio della Circoscrizione è molto ampio e complesso: vi appartengono il 50% circa della collina torinese ed una parte piana attraversata dal Po e dalla Dora che vi si getta nell’area Colletta – Meisino, subito seguita dalla Stura; alterna poche zone degradate, alcune aree di edilizia popolare, molti edifici di qualità o di grande pregio. Nata a lato del centro città e lungo la Dora, ha sviluppato l’originaria vocazione di luogo di lavoro, mercati, accesso al centro città.
La Circoscrizione è nata dall’unione dei Consigli di quartiere 7, 8, 21. Il quartiere 21 comprendeva: Superga e alta collina, Mongreno, Regalie, Borgata Rosa, Sassi, Madonna del Pilone. Il Quartiere 8 comprendeva: Vanchiglietta e Vanchiglia. Il Quartiere 7 comprendeva: Rossini, Borgo Dora-Valdocco, Aurora. La collina è ricca di valli (Mongreno, Cartman, Reaglie, Val San Martino) con insediamenti sparsi e piccole borgate mentre la zona pedecollinare, densamente costruita, confluisce sull’asse viario Casale-Moncalieri che riceve il traffico di Chieri, Moncalieri e San Mauro.
Il tessuto edilizio passa da limitate zone a forte degrado a vaste zone di vecchia edificazione popolare per giungere ad una prevalenza di edilizia di buona qualità con contesti residenziali di medio e grande pregio. L’immobile, denominato “Motovelodromo Fausto Coppi”, occupa una superficie territoriale pari a circa mq. 24.000 ed ha ospitato varie attività sportive tra cui calcio, rugby, atletica, ciclismo.
Il complesso vide la luce nei primi anni Venti del secolo scorso, quando l’influenza tardo-liberty andava sfumando nell’eclettismo. Anche se mostra una certa distanza dalle tendenze dell’epoca a causa delle esigenze funzionali richieste all’insieme, risolte brillantemente avvalendosi di strutture in cemento armato a vista, mantiene ancora caratteristiche decorative moderatamente eclettiche, che si inseriscono su una morfologia tipica degli impianti sportivi del primo dopoguerra, lasciando intravedere quel rigore spartano che prefigura il nascente razionalismo.
Nel 1920 la neofondata “Società Anonima Motovelodromo Torinese” chiese alla Città l’autorizzazione per costruire un “campo per giochi sportivi e motovelodromo con edifici per servizi annessi” sul corso Casale in prossimità della strada di Valpiana. Prese così avvio l’impresa della costruzione dell’impianto, fondato su un progetto dell’architetto Vittorio Eugenio Ballatore di Rosana già co-autore dello “Stadium” alla Crocetta e di lì a poco ideatore dello stadio Filadelfia, che fu concepito per andare a sostituire i due ciclodromi ottocenteschi già presenti in corso Dante e corso Re Umberto. L’opera fu eretta in tempi rapidi, su un terreno destinato dall’allora vigente Piano Regolatore ad “uso pubblico” modificandone le previsioni per l’assetto viario. Già nel 1921 si assistette alla sua inaugurazione e per tutti gli anni Venti ospitò incontri calcistici nonché competizioni ciclistiche e motociclistiche; infatti, grazie alla sua versatilità, poteva essere utilizzato per diversi sport tra cui la ginnastica e l’atletica, che si aggiungevano a quelli già citati.
Nel 1935, anche a seguito della costruzione del nuovo stadio Mussolini (attuale stadio Olimpico Grande Torino), si ridusse il suo impiego e l’immobile iniziò pian piano a deteriorarsi. Su richiesta del C.O.N.I. si sarebbe dovuto costruirne uno nuovo, ma l’Amministrazione civica considerò più vantaggioso adeguare la struttura esistente con importanti interventi manutentivi. Considerato che la società proprietaria non era intenzionata a caricarsi i relativi oneri, fu deciso un trasferimento di proprietà a favore della Città, che acquistò il “Motovelodromo Torinese” dandolo poco dopo in concessione alla Federazione Ciclistica Italiana.
Nel secondo dopoguerra, a causa dei danni bellici, l’impianto venne parzialmente ricostruito rispettando il progetto e i materiali originali e continuò ad essere utilizzato dalla medesima Federazione per molti anni - nei quali si susseguirono reiterati interventi di ristrutturazione - oltreché ospitare in parallelo la sezione di rugby della Reale Società Ginnastica. In tempi più recenti è stato utilizzato anche per eventi culturali fino al suo lento declino che gli interventi conservativi hanno solo parzialmente mitigato.
Dal 1994 è stato posto sotto tutela da parte della Soprintendenza che lo ha dichiarato di “interesse particolarmente importante”.
Il complesso è delimitato da un muro perimetrale dotato di varchi sul corso Casale che ne permettono l’accesso. Quello principale è evidenziato da un arco tripartito di gusto neoeclettico, la cui porzione maggiore - quella centrale - è adornata da beccatelli collegati da archetti che innestano la copertura.
La parte di protagonista spetta alla pista ellittica in cemento, con curve rialzate, della lunghezza di circa quattrocento metri che circoscrive il campo in terra. L’anello è circondato, su tre diverse prospettive, da costruzioni verticali in cemento costituite da posti a sedere. Prospicienti ai rettilinei si sviluppa il doppio ordine di gradinate in calcestruzzo e le residue tracce delle preesistenti tribune, il cui impianto originario era sormontato da una tettoia sostenuta da un’orditura lignea poggiante su pilastri in cemento ancora visibili.
La struttura in cemento armato a vista della curva occidentale, la cui gradinata continua la linea ascendente della pista, è quella che presenta maggior interesse architettonico oltreché un miglior stato conservativo.
L’accesso a queste gradinate avviene tramite un doppio sistema di scale, costituito ciascuno da una rampa larga che si biforca ortogonalmente in due rampe uguali e simmetriche, queste ultime sostenute da un arco zoppo che termina poggiando su un mensolone. La curva viene interrotta dal grande sottopasso di ingresso al campo che svela superiormente la struttura portante formata da travi e archi in cemento armato.
Sotto le gradinate di curva e la ex tribuna nord detta “popolare” sono ricavati spazi destinati a spogliatoi, servizi e locali vari, ai quali si aggiungono alcuni angusti vani sotto la curva orientale.
Concludono il complesso due palazzine ad un solo piano fuori terra, situate rispettivamente a nord-ovest e a sud-est rispetto alla pista.
La superficie dei locali che compongono il complesso architettonico è pari a circa 1.452 mq così suddivisi: Locali sotto tribuna ovest gradinata curva (identificati in beige sulla planimetria in allegato) circa 720 mq; Locali tribuna nord popolare (azzurro) circa 450 mq; Locali ex casa del custode (verde) circa 117 mq; Locali ex padiglione della stampa (rosa) 52 mq circa; Locali servizi igienici sotto pista parabolica (rosso) circa 113 mq.

Superficie Territoriale: mq. 24.000 circa

 

Prezzo a base d’asta: €. 250.000,00 fuori campo I.V.A.

 

Vincolo di destinazione trentennale

 

Le planimetrie sotto allegate sono meramente indicative e sono riferite al periodo indicato sulle stesse e non rappresentano appieno l'attuale consistenza del Lotto.

 

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Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 2020

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