La transizione inarrestabile delle nuove ciclovie

Una transizione inarrestabile, che non deve provocare guerre di religione. La definizione del presidente Roberto Malanca arriva in chiusura di seduta dell’odierna commissione Urbanistica, dove l’assessora Maria Lapietra ha presentato il progetto delle nuove ciclovie cittadine. La transizione richiamata da Malanca, è quella che ridisegna la città sul modello di una mobilità sostenibile, le guerre di religione sono invece il riferimento alle discussioni, che anche durante la commissione hanno caratterizzato il dibattito fra i consiglieri, fra i sostenitori del nuovo corso e quelli che rivendicano la necessità di salvaguardare i posti auto per il parcheggio in superficie. In concreto, il progetto presentato questa mattina dai tecnici della Divisione infrastrutture e mobilità consiste in una serie articolata di interventi, alcuni in collaborazione con la Città Metropolitana, che dovrebbero garantire una porzione consistente di questa transizione. Un progetto di quasi cinque milioni di euro, finanziati con risorse assegnate alla Città dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile attraverso il decreto Ciclovie urbane dell’agosto dello scorso anno. Inizio dei lavori, previsto per l’autunno di quest’anno. Nel dettaglio, sono quattro i campi di intervento. Il primo riguarda i nuovi assi: via Lanzo verso Venaria, via Nizza verso Moncalieri, strada Cuorgnè in direzione Mappano, corso Vercelli verso Settimo, via Artom verso Nichelino. Ci sono poi l’attraversamento est-ovest di Borgo san Paolo fra via Lancia e via Braccini quello fra le vie Gorizia e Tolmino e il tratto della “circolare 2” da piazza Marmolada a corso Bramante. Fanno invece parte della rete di completamento i lavori su corso Svizzera, via Nole, via Giordano Bruno, corso Stati Uniti, corso Lecce. Gli interventi sui controviali ciclabili riguarderanno corso Peschiera, corso Regina Margherita e corso Potenza. Infine le manutenzioni, che andranno a sistemare l’asfalto di corso Castelfidardo, corso Duca degli Abruzzi, corso Matteotti.
Marcello Longhin