Ex MOI occupato, a che punto lo sgombero graduale?

Una veduta dell'ex villaggio olimpico sorto sul terreno un tempo occupato dai Mercati Ortofrutticoli all'Ingrosso (MOI)

A che punto è lo sgombero delle quattro palazzine di via Giordano Bruno occupate? Se n’è occupato il Consiglio comunale, con una richiesta di comunicazioni in aula presentata dal capogruppo della Lega Nord, Fabrizio Ricca, alla quale ha risposto l’assessora Sonia Schellino.
Nei giorni di lunedì e martedì scorsi, ha spiegato l’assessora , è stato avviato lo sgombero graduale delle quattro palazzine, partendo dai locali sottostanti (garage e locali di servizio), dove da alcuni anni vivevano delle persone, in una situazione di evidente disagio dal punto di vista igienico. L’assessora ha poi che è stato costruito un percorso di collaborazione con Città Metropolitana, Prefettura, Compagnia di San Paolo Regione Piemonte e Diocesi per la liberazione progressiva delle palazzine.

Una delle palazzine dell’ex MOI

Dopo un preavviso dato domenica, il lunedì mattina sono iniziate le attività di trasferimento con autobus verso soluzioni abitative messe a disposizione in gran parte della Diocesi (ed alcune dalla prefettura) per il quale gran parte delle persone interessate si sono rapidamente preparate. C’è stata una certa resistenza da parte di un numero ristretto di persone, che non si fidavano e con le quali – ha specificato l’assessora – si è reso necessario un dialogo fino all’accordo e all’esecuzione del trasferimento, martedì sera. Questo è stato un buon esempio di collaborazione da parte di tutti, istituzioni, associazioni, territorio. Evidentemente, ha concluso Sonia Schellino, non si tratta che una prima tappa, le quattro palazzine restano da liberare, il programma va avanti secondo le modalità di inclusione stabilite dal progetto che è stato delineato nei mesi scorsi con gli altri enti.
Fabrizio Ricca, ha espresso preoccupazione non tanto per le persone che vogliono venir via dall’ex MOI, ma per tutti coloro che all’interno delle palazzine hanno interessi economici. Ha ricordato come alcuni svolgano attività di recupero e vendita del ferro, ma soprattutto ha evidenziato la presenza di attività di spaccio, di ricettazione e di altre attività criminose che qualcuno vorrà difendere. Ha quindi chiesto come si pensi di proseguire l’attività, come si intenda regolarizzare coloro che dichiarano di avere interessi economici all’interno e che vorrebbero mantenerli. Ha concluso rimarcando come, dal suo punto di vista, sarebbe più opportuno valorizzare percorsi lavorativi autonomi, evitando l’elemosina.
La consigliera Valentina Sganga del Movimento 5 Stelle ha sottolineato come questo primo passo sia significativo e rappresenti la testimonianza dei risultati importanti che si ottengono quando le istituzioni della Città dialogano fra loro. Per Antonino Iaria (Movimento 5 Stelle), all’assessora Schellino va attribuito il merito di aver dato vita a questa operazione, dialogando con le istituzioni coinvolte, a differenza di quanto non è avvenuto con altre amministrazioni, in Italia.
L’assessora Schellino ha infine ribadito che, se ci sono stati momenti di tensione il martedì, gli occupanti sono andati tutti via ed è stata realizzata una cancellata che chiude i garage e i locali con la caldaia e la saracinesca dell’acqua per tutte le dodici palazzine. L’assessora ha affermato che il progetto di inclusione abitativa e lavorativa continua, dichiarandosi d’accordo sull’opportunità di valutare percorsi lavorativi autonomi, a partire da quelli legati all’economia circolare (riciclo e riuso) nel quadro della normativa esistente. Il tutto con l’idea di realizzare un prototipo di piccola azienda adottabile anche in altre zone della città. Si lavora anche, ha concluso Schellino, sull’emersione dal lavoro in nero.

Claudio Raffaelli e Federico D’Agostino