Mantenere la legge regionale sulla ludopatia

La Legge regionale 9/2016 contrasta la ludopatia prevenendo il gioco d’azzardo con un trattamento terapeutico per il recupero di persone affetti dalla patologia o altre forme problematiche cercando di avviare percorsi che portino a un uso responsabile del denaro. L’educazione, l’informazione e la sensibilizzazione devono tendere alla conoscenza dei rischi di una dipendenza.

L’Ordine del giorno (primo firmatario Damiano Carretto (Misto minoranza – Movimento 4 ottobre) ribadisce che la Città di Torino ha disciplinato, con un’ordinanza, gli orari di apertura e chiusura del gioco con slot machine, dalle 14 alle 18 e dalle 20 alle 24.

La Legge regionale 9/2016 prevede inoltre la distanza da luoghi sensibili delle slot machine, scuole, chiese, sportelli bancomat oltre al divieto ai minori e a nessuna forma di pubblicità.

Attualmente, in Giunta regionale, è in discussione la proposta per cambiare la Legge regionale 9/2016 indebolendo tra l’altro la distanza dai luoghi sensibili e la limitazione degli orari di esercizio delle slot machine.

L’atto (approvato dal Consiglio comunale con 29 voti favorevoli su 29 presenti. Il gruppo Forza Italia ha dichiarato la non partecipazione al voto) impegna l’Amministrazione a farsi portavoce presso la Regione affinché non si modifichi la Legge regionale 9/2016 e sia data piena attuazione al “Piano integrato delle attività di contrasto, prevenzione, diagnosi e cura del gioco d’azzardo patologico”.

Prima della votazione ci sono state le dichiarazioni dei consiglieri sulla giustezza della Legge e sui benefici che ha prodotto sulle persone spesso affette da ludopatia. Ha concluso la sindaca Chiara Appendino che ha rimarcato scelte già effettuate dal Consiglio comunale contro i rischi per la salute prodotti dal gioco d’azzardo. Ha ribadito che oggi, soprattutto in questa situazione sanitaria, non sono ammissibili passi indietro su questa legge. Ha concluso dicendo che la Regione non può non ascoltare i sindaci, i consiglieri, le associazioni e i cittadini e che la politica deve stare dalla parte di chi è più fragile.

Tony De Nardo