Le metodologie per affrontare lo stalking. In un convegno

Se sempre più spesso si parla di stalking, ancora qualche difficoltà sorge quando si deve definire nel dettaglio il significato di questo termine inglese entrato da pochi anni nel nostro linguaggio di tutti i giorni. Per fare un po’ di chiarezza, ed affrontare il tema in modo approfondito, il Centro studi per il trattamento dell’Agire violento ha organizzato un convegno, ieri pomeriggio nel complesso dell’ex carcere Le Nuove, cui hanno partecipato professionisti coinvolti a vario genere sull’argomento. Nel corso dell’incontro non sono mancati gli spunti di riflessione: dalla definizione di stalking da parte dell’avvocato Lorenzo Porro, “comportamenti persecutori reiterati che provocano nella vittima un perdurante, grave, stato di ansia che ne intacca la salute psicofisica”, all’invito della dirigente della Questura di Torino, Paola Fuggetta, a segnalare tutti quei casi in cui si sospettano abusi su persone che non sono in grado, da sole, di denunciare: bambini, disabili, anziani. Passando attraverso la fredda stima dei numeri che raccontano come, nei primi dieci mesi di quest’anno, a Torino siano stati notificati 153 ammonimenti per stalking e maltrattamenti. Di positivo, la notifica dell’ammonimento pare sufficiente per convincere il molestatore ad interrompere la sua attività. Spazio, infine, al progetto principale del Centro studi per il trattamento dell’Agire violento che ha da poco firmato con la Questura di Torino e insieme ad altre tre associazioni (Associazione il Cerchio degli Uomini, Gruppo Abele Onlus, Centro Psicoanalitico di trattamento dei malesseri contemporanei) un protocollo per un progetto di recupero delle persone ammonite. Al momento della notifica della diffida, attraverso la Questura, i centri propongono allo stalker un percorso di otto sedute (gratuite). Nel gruppo di lavoro, psicoterapeuti esperti in materia di espressione violenta all’interno di relazioni affettive, con cui lo stalker può confrontarsi e lavorare per migliorare il proprio agire. Al convegno, in rappresentanza della Città di Torino, ha partecipato la consigliera comunale Cinzia Carlevaris che, al termine dei lavori ha commentato: “Ringrazio i professionisti del Centro studi per avere organizzato e coordinato questa importante occasione di approfondimento e confronto. Dalla serata sono emersi diversi suggerimenti per integrare la nostra normativa nazionale nell’ottica dello sviluppo di interventi appropriati ed efficaci, in grado di attenuare i possibili danni dello stalking e di evitare recidive. Sul nostro territorio operano molte realtà che con iniziativa e competenza sviluppano buone pratiche e le istituzioni hanno il dovere di sostenerle e svilupparle ad ogni livello. La conoscenza di chi lavora direttamente sul campo è fondamentale”.

Marcello Longhin