Immobili comunali, “Serve una strategia complessiva”

Un panorama della città verso la collina, visto da Palazzo Civico
La valorizzazione del patrimonio immobiliare del Comune di Torino, ridottosi nel corso degli anni ma ancora imponente, richiede l’elaborazione di una strategia complessiva. Lo ha affermato la vicesindaca Michela Favaro in occasione di una riunione congiunta di varie Commissioni consiliari, presieduta da Anna Borasi, nel quadro del percorso che porterà in Sala Rossa i documenti di programmazione e di bilancio per il prossimo triennio. Valorizzazione che può significare vendita e dismissione di immobili (da un primo elenco di beni vendibili si potrebbero trarre 5 milioni) ma anche un migliore e più moderno uso degli spazi di lavoro negli stabili adibiti a uffici comunali, che superi il vecchio concetto alla monsù Travet di una persona/una scrivania, realizzando gradualmente un più gradevole ed efficiente allestimento degli ambienti.
L’elaborazione di una strategia complessiva si rende necessario anche perché, è stato sottolineato nel corso della riunione, gli stabili di proprietà comunale alienabili che sarebbe possibile mettere in vendita, sono spesso soggetti a vincoli di utilizzo (destinazione a servizi pubblici) tali da poter rendere necessari appositi provvedimenti di variante urbanistica per poterli utilmente collocare sul mercato. Del resto, alcune aste in passato erano andate deserte. Per adesso, la Giunta ha varato una proposta di nuova regolamentazione della valorizzazione patrimoniale, che sarà possimamente sottoposta al voto della Sala Rossa. Vari consiglieri e consigliere (Crema, Greco, Russi, Ledda, S. Damilano, Ravinale, Pidello, Abbruzzese, Liardo e Saluzzo) sono intervenuti con puntualizzazioni e domande su vari temi, dagli immobili ex Ipab all’aeroclub di corso Marche, dai criteri di scelta degli immobili da mettere in vendita sino al destino del cosiddetto “prato Parella”, un appezzamento non edificato nel quartiere omonimo per il quale era stata prospettata la realizzazione una residenza per studenti. Rispetto a quest’ultimo caso, già al centro di ina mozione approvata in Consiglio comunale nel giugno scorso, la vicesindaca ha chiarito che al momento non è prevista la vendita dell’area e che in un incontro con l’EDISU, ente universitario che si occupa tra l’altro dell’edilizia per studenti, è stato esclusa la realizzazione in loco di uno “studentato”, inizialmente richiesto dall’ente suddetto.
Claudio Raffaelli