Giustizia di comunità per “risarcire” la collettività

La giustizia di comunità e le misure alternative alla detenzione sono state l’oggetto della seduta del 5 aprile 2024 della Commissione speciale Legalità, presieduta da Luca Pidello (PD).

Nell’occasione è stato audito Domenico Arena, direttore generale per l’esecuzione penale esterna e la messa alla prova presso il Dipartimento della giustizia minorile e di comunità.

Si tratta di misure – ha spiegato il dirigente – che riguardano persone con condanna definitiva, con pena esecutiva oppure “messe alla prova” o con condanne “da codice rosso”.

Al 31 dicembre 2023, il servizio aveva in carico in tutta Italia 130.406 persone. Attualmente, dovrebbero essere oltre 137 mila – ha affermato Domenico Arena – 37 mila delle quali impegnate in lavori di pubblica utilità a favore della collettività.

Sono oltre 4 mila le persone – ha precisato – nel circondario di Torino (erano quasi 10 mila nel 2023).

Sono tutte misure – ha precisato – a cui accede in modo volontario, per “risarcire” la comunità e “riparare” il danno.

È una buona leva – ha affermato il direttore – per innescare percorsi di cambiamento e rendersi conto del disvalore del fatto che è accaduto.

Serve però – ha aggiunto – un forte aggancio con la rete dei servizi e il mondo del volontariato, per gestire le attività da svolgere, ma anche per favorire l’accesso al lavoro e alla residenzialità.

In questo senso – ha detto – è anche attivo il progetto “Virgilio” del Ministero della Giustizia, finanziato con fondi europei, che favorisce la residenzialità temporanea, indispensabile per accedere alle misure alternative e ridurre così il sovraffollamento delle carceri.

Il progetto prevede anche l’istituzione di Centri territoriali di giustizia di comunità, preferibilmente in spazi confiscati alla criminalità organizzata, per accogliere le persone e accompagnarle nel percorso.

La convenzione – ha annunciato Arena – dovrebbe essere firmata questo mese.

Ci sono finalmente azioni strutturali – ha dichiarato Luca Pidello (PD) – che danno speranza e vedranno il coinvolgimento attivo della Città di Torino. Per essere davvero efficaci – ha aggiunto – sarà però fondamentale la collaborazione con il Terzo settore.

È importante proseguire nella giustizia riparativa – ha detto Sara Diena (Sinistra Ecologista) – affinché si possa davvero tendere alla rieducazione.

Amalia Santiangeli (PD) ha domandato approfondimenti su donne e minori coinvolti, Pierino Crema (PD) su migranti e su accesso a residenza e soluzioni abitative.

Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ha evidenziato la necessità di ampliare le riflessioni sul carcere e sulle misure alternative e di costruire nuove politiche pubbliche.

Caterina Greco (PD) ha chiesto informazioni sulla gradualità delle pene e sui percorsi per i minori; la garante comunale dei detenuti, Monica Gallo, sulla recidiva e sulla revoca delle misure alternative; Luca Faccenda, dirigente Area Lavoro e rapporti con sistema carcerario del Comune di Torino, su fondi regionali e competenza dei Centri territoriali di giustizia di comunità.

Il garante regionale dei detenuti, Bruno Mellano, ha poi sottolineato il ruolo delle comunità territoriali e la necessità di mettere in campo politiche di sistema.

Infine, l’assessore ai Diritti, Jacopo Rosatelli, ha ribadito l’interesse della Giunta per le tematiche e per la possibilità di aprire nuove prospettive che tendano alla rieducazione.

Massimiliano Quirico