A Santena si lavora al “Museo nazionale Benso di Cavour”

Il palazzo dei Benso a Santena, ai margini del parco di 21 ettari

I luoghi Cavouriani: castello, cascina, grandi scuderie, torrione, chiesa, cappella funeraria con le tombe di famiglia, ed un parco all’inglese di 21 ettari, opera ottocentesca del grande architetto tedesco Xavier Kurten.
Il complesso, nel territorio di Santena (vi si accede dal centro della cittadina), appartiene al Comune di Torino dal 1947. Fu legato alla Città dal marchese Giovanni Visconti Venosta, il cui casato milanese l’aveva ereditata dai Benso. Dal 1955 questo patrimonio è gestito dalla Fondazione Cavour, ente morale di carattere nazionale, da dieci anni presieduto da Nerio Nesi.

Nerio Nesi (e Cavour)

Ed è lui, l’anziano partigiano e manager bancario (classe 1925) a ricevere le commissioni cultura del Comune di Torino, presieduta da Daniela Albano, e della Regione Piemonte, presieduta da Daniele Valle, giunte in visita nel pomeriggio del 12 luglio per aggiornarsi su presente e futuro di questo grande patrimonio culturale, storico e ambientale, torinese e nazionale.
Con Nesi  fanno gli onori di casa  il vicepresidente della Fondazione, Renato Cigliuti, il sindaco di Santena, Ugo Baldi, e il suo assessore alla cultura, Paolo Romano.

I soci pubblici della Fondazione sono tre: il Comune di Torino, la Regione Piemonte e il Comune di Santena. I soci privati sono attualmente 14, cooptati per i loro meriti personali o in virtù di un versamento una tantum di 15.000 euro.
Negli ultimi anni gli edifici del complesso sono stati restaurati e il parco, chiuso dopo un incidente mortale nel 1978, è stato riaperto al pubblico con tre itinerari di visita che ne consentono la visione pressoché completa, anche se non la libera circolazione.
Regione e Comune, dice Nesi, negli ultimi anni hanno ridotto progressivamente i finanziamenti. “Ci piacerebbe sapere che cosa si prevede per il 2018, dato che siamo ormai a luglio”, aggiunge Nesi.

La tomba dello statista e dell’amato nipote, morto ventenne

Per ora il grosso dei lavori è stato fatto con fondi europei, ma da pochi giorni sono partiti i lavori per realizzare la più grande delle ambizioni della Fondazione: il restauro del palazzo di campagna e la creazione di un museo nazionale dedicato a Camillo Benso. Fine lavori e inaugurazione previste entro il prossimo anno. Il finanziamento dello stato ammonta a 4,5 MIO. “L’obbiettivo – spiega Nesi –  è  invitare il presidente della Repubblica alla sua inaugurazione il 20 settembre 2019”.

da sinistra: Valle, Nesi, Albano

Questa è una delle date sacre alla Fondazione, quella della presa di Roma e della definitiva unificazione del territorio nazionale, nel 1870. Le altre sono il 6 giugno, anniversario della morte del cinquantunenne Camillo e il 17 marzo, data di nascita dello Stato italiano.
E’ in questa data che i vertici della Fondazione sono ogni anno invitati a celebrare i quattro padri della Patria: Cavour a Santena, Garibaldi a Caprera, Mazzini a Pisa e Vittorio Emanuele I a Roma, presso l’altare della Patria.

La gestione e la valorizzazione di questo patrimonio, spiega Nesi, richiederebbe un direttore generale di grandi capacità ed un budget annuale stimato, da calcoli eseguiti da uno specialista dell’Università Bocconi, in almeno 800.000 euro.  Per ora niente di tutto ciò è all’orizzonte, conclude.

Lo Stato, a parte l’erogazione straordinaria dei 4, 5 MIO, eroga 7.000 euro all’anno. E qui il compassato presidente si indigna. Poi comincia la visita del complesso.

Silvio Lavalle