A Torino da tutto il mondo per i corsi dell’International Labour Organization

L'ingresso dell'ITC/ILO

Il posto è bellissimo, una striscia verde densa di alberi tra corso Unità d’Italia e la sponda del Po. Nel 1961 era stata la sede dei padiglioni delle Regioni per le celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia, oggi è la sede del campus dell’International Training Centre of the ILO (ITC/ILO), il centro di formazione delle Nazioni Unite. L’unico nel mondo, hanno spiegato i responsabili dell’ITC ai consiglieri e consigliere delle commissioni Cultura e Lavoro che hanno visitato la struttura questa mattina. Le cifre dell’ITC, insediato sulle rive del Po sin dal 1964, sono imponenti. Vi lavorano 172 persone, un centinaio sono gli italiani, e ogni anno sono in media 4600 i partecipanti ai corsi organizzati presso il campus.

Jeanne Shalabia, una dei responsabili del Centro di Formazione delle Nazioni Unite, illustra ai consiglieri le attività svolte

Provengono da 177 Stati diversi e soggiornano da una settimana fino a quattro mesi per i Master. Basta attraversare il campus, tra un brulicare di scoiattoli e di uccelli di ogni specie, per incontrare il mondo, ragazzi e ragazze di ogni etnia immaginabile che chiacchierano in inglese spostandosi dalle palazzine residenziali alle aule dei corsi. Il mondo va all’ITC ma avviene anche il contrario. Ogni anno vengono organizzati corsi in altri Stati, in media vi partecipano 12000 persone di 182 diverse nazionalità. L’ITC forma quadri direttivi ma anche dirigenti sindacali, essendo un’emanazione di quell’International Labour Organization fondata esattamente cento anni fa, nel 1919 come strumento di concertazione fra governi, associazioni imprenditoriali e organizzazioni dei lavoratori. Organismo collegato alle Nazioni Unite, costituite vari decenni dopo, l’ILO ha ampia autonomia operativa nella sua azione per perseguire obiettivi come l’eliminazione del lavoro infantile e del lavoro forzato, il contrasto delle discriminazioni e la promozione del dialogo tra le parti sociali, in un contesto che vede il 70% della forza lavoro mondiale privo di ogni protezione sociale.

Tornando alla sede torinese ed ai numeri che la caratterizzano, durante l’incontro con i consiglieri sono state evidenziate le ricadute positive sulla città legate alla sua presenza sono ragguardevoli e non solo in termini di prestigio.

Una delle palazzine dedicate ad attività didattiche e lla residenzialità dei partecipanti a corsi e master

Con un suo bilancio annuale di quasi 40 milioni di euro, per più di due terzi derivante da attività di formazione e per un terzo da contributi nazionali e internazionali, l’ITC genera ricadute dirette su Torino stimate dalla Camera di Commercio, nel 2016, in più di 22 milioni di euro. Sommando altri effetti indiretti e indotti dalle attività si arriva a una stima pari a oltre 46 milioni. Il Centro di formazione, nelle prossime settimane, sarà oggetto di un nuovo sopralluogo da parte del Consiglio comunale, più orientato verso i problemi legati alle manutenzioni straordinarie delle quali necessitano alcune delle palazzine. A questo fine la Città di Torino, che è proprietaria del complesso immobiliare, ha stanziato 180mila euro annui nel triennio 2019-2021.

Claudio Raffaelli