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10 gennaio 2008

Progetto Capitale Culturale.
Cultura motore di sviluppo per Torino – 2008-2009

Riaperture di dimore sabaude e musei, allestimento di grandi mostre, organizzazione di spettacoli, festival e concerti.
Negli ultimi quindici anni gli amministratori pubblici di Torino e dell’hinterland, insieme a fondazioni ex bancarie e mecenati privati, hanno creduto che la spesa in beni culturali potesse costituire un tassello di una strategia di rilancio del distretto, accanto alle risorse destinate a ospitare le Olimpiadi.
Oggi, grazie agli impegni finanziari profusi, non a torto, si parla di una grandezza del valore del prodotto culturale dell’ordine del miliardo e 72 milioni di euro. Somma che si compone di  323,7 milioni che derivano dalla spesa dei  turisti, 11,4 milioni dalla vendita di biglietti, 54,5 dai contributi dei privati che vanno ad assommarsi ai 321 dei finanziamenti istituzionali. 

Come avviene nella speranza che accompagna tutti i generi di investimenti, anche il credere in “cultura” si è dimostrato un efficace moltiplicatore di sviluppo. E frutta ricchezza tangibile, nel senso che un euro impiegato per allestire una rassegna genera per l’economia locale - fatta di case editrici, promozione e strutture alberghiere e di ristorazione – 5euro 37 centesimi.

Ma soprattutto genera ricchezza immateriale con la circolazione di conoscenza, l’accrescimento culturale, il piacere di restare o ritornare in un luogo. Insomma costruisce un senso di appagamento difficilmente misurabile. Certamente la misurazione attraverso l’uso di indicatori puramente economici come il Prodotto interno lordo non rende giustizia alla cultura, ma tant’è.

Questa mattina circa 250 operatori culturali torinesi sono saliti nel salone d’onore di via XX Settembre incuriositi dai risultati del rapporto Cultura motore di sviluppo per Torino, quarta indagine condotta dalla Facoltà di Economia dell' Università di Torino, in collaborazione con il Comune, le Fondazioni bancarie Crt e San Paolo.

Lo studio ha calcolato quale ricchezza è stata creata sul territorio torinese, compresa quella dei 46 comuni della cintura, dagli investimenti per la cultura.
Dallo studio emerge che gli investimenti in spese culturali hanno ricadute su un vasto indotto, compreso quello dei valori immobiliari, smentendo che siano solo un confortante ed effimero balsamo, o per gli scettici, uno spreco.

Gli interventi di riqualificazione e restauro architettonico di complessi monumentali hanno incrementato il valore degli immobili di circa 100 milioni di euro nelle aree circostanti. Si parla ad esempio di effetto Reggia a Venaria: in poco tempo le stime delle abitazioni hanno registrato il raddoppio delle valutazioni.

Se si parte da un indice base di 100 nel 2000 si arriva a oltre 190 nel 2006 con una tendenza di crescita superiore a quella dei comuni circostanti.
E’ innegabile anche l’effetto cultura sul turismo: una buona mostra, la riapertura al pubblico di una collezione pregiata, sono volani che innescano mobilità verso la città.

Per l' assessore alla cultura Fiorenzo Alfieri, i dati del rapporto dimostrano che i quattrini stanziati per la cultura sono un investimento e un omaggio alla valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico che il nostro comprensorio custodisce.

[fonte: TorinoClick]

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Il Salone d'Onore della CRT

immagine 2 Valentino Castellani e Evelina Christillin

immagine 3 Il Salone d'Onore della CRT

immagine 4 Particolare del Salone d'Onore della CRT

immagine 5 Andrea Comba, Presidente della Fondazione CRT

immagine 6 Un momento della conferenza

immagine 7 Un momento della conferenza

immagine 8 Un momento della conferenza

immagine 9 Lo scalone della CRT


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