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Settanta autori per un libro romanzo collettivo ambientato a Torino
«Una storia scritta da illustri sconosciuti»
di Tiziana Platzer, La Stampa 5/03/03)

Un romanzo collettivo. Detto così si ha l´impressione di immergersi in altre stagioni sociali e politiche, invece no, è cosa dei nostri giorni: «Piovono storie» è appena arrivato in libreria.
Pubblicato dalla casa editrice di Ravenna Fernandel, in copertina sopra il titolo si legge «Laboratorio paroleMoleste», sotto «romanzo collettivo». Gli autori sono elencati sul retro, 70 nomi che il mondo letterario fino a questo momento ignorava. E probabilmente nemmeno loro mai avrebbero pensato di ritrovarsi in qualche salotto culturale a discutere su come strutturare una storia, come inventare un personaggio, come far procedere la trama.
La maggior parte, però, ci ha preso gusto: «Sempre in gruppo, magari una decina, noi di Porta Palazzo vorremmo scrivere un libro nostro» lancia l´idea senza perdere tempo Dario Voglino, 43 anni, che a Porta Palazzo fa lavoro di facchinaggio e al Balon cerca di vendere tutto quello che trova nelle soffitte, nelle cantine. Lui è, ovviamente, di quelli del gruppo di Piazza della Repubblica e Borgo Dora, a cui si sono affiancati i collettivi di San Salvario, via Arquata, corso Taranto e Mirafiori, ovvero i cinque laboratori di scrittura messi in piedi tra settembre e ottobre del 2001 dall´Associazione Culturale Parole Moleste con il finanziamento e il sostegno del Settore Periferie del Comune.
E´ trascorso un anno e mezzo circa e il libro è stato stampato. «La parte più difficile è stata quella dei rapporti con le case editrici, eppure il libro è uscito» dice Giovanni Magnano, giustamente soddisfatto di un progetto culturale destinato alle aree di riqualificazione della città che ha raggiunto gli obiettivi: cinque laboratori di scrittura con la partecipazione degli scrittori professionisti Marco Bosonetto, Enrico Fovanna, Yoss, Luca Ragagnin, Elena Varvello e Patrick Raynal; un video girato da Giuseppe Calopresti e Pierfranco Milanesi e una mostra fotografica di Alberto Ramella presentati durante l´ultima Fiera del Libro; una sceneggiatura cinematografica, già pronta, realizzata da Chiara Laudani; e questo libro.
Un grosso lavoro che oggi pomeriggio alle 16 viene presentato a Palazzo Civico e alle 18,30 alla Fnac di via Roma, e domani a Milano. Come uno dei tanti eventi letterari italiani. «Di fatto è una "prima" italiana, non conosco altre esperienze di questa portata» dice Massimo Bonato di Parole Moleste.
«Di laboratori di scrittura se ne fanno molti, non con il risultato di un romanzo scritto da 70 persone». E ciascuna ha ricevuto in anticipo 250 euro per i diritti d´autore. Centoventi pagine ambientate a Torino ma non autobiografiche, «nessun riferimento alle difficoltà personali o alle situazione di disagio della zona di appartenenza» racconta Marco Bosonetto, che si è occupato anche dell´editing. «Sono stati inventati personaggi quasi da telenovela, sono emerse le aspirazioni». Tutte fedelmente rispettate: «Sì, l´abbiamo proprio scritto noi il pezzo con Beniamino, pastore valdese» dice Giovanni Casalino, 70 anni, pugliese, da 53 anni a Torino, che vive nelle case popolari di via Arquata. Confida che sta già scrivendo un altro libro, il diario della sua vita, invece la sua vicina di gruppo e di condominio è alla prima esperienza («Mi sono divertita da pazzi») e tutti coccolano Corinna Bonassoli, 83 anni e un sacco di ricordi.
«Ho fatto la tessitrice e pure la comparsa, con Macario, con Sordi, ho lavorato ne "I Promessi Sposi" del trio Lopez-Marchesini-Solenghi e con Dario Argento in "Profondo Rosso"». Difficile contenerne l´entusiasmo, che è comunque generale. «Io sono una casalinga di San Salvario» interviene Manuela Lodezzano, 40 anni. «Del progetto me ne ha parlato un amico coinquilino, ho aderito perché sono una grande lettrice. Abbiamo lavorato in sottogruppi su più parti della storia, ciascuno scriveva a mano e poi si raccoglievano i testi».
Ecco l´inizio: a Torino torna dopo molto tempo uno scrittore di gialli che da 12 anni non produce più un libro. Pomeriggio di fine estate, temporale, tante persone si riparano in un androne. Da qui libera fantasia, con un manoscritto che cresce a ogni passaggio di gruppo. «Una scrittura collettiva senza pietismi di borgata, l´energia del romanzo è tutta dei 70 autori» sostiene lo scrittore Davide Pinardi che ha coordinato i laboratori. «Fra i nostri intenti quello di tirare giù dal piedistallo l´autore consacrato». Nella storia ha messo del suo anche Giovanni Minerba, anima del festival cinematografico «Da Sodoma a Hollywood»: «Sono entrato in questo progetto perchè pensavo si cercasse una testimonianza su Porta Palazzo, io vi ho vissuto 20 anni, abitavo nella "casa rosa", la chiamavano tutti così perchè la prorietaria non affittava a donne». Un vissuto che Guglielmo Vaira, 45 anni, indossatore negli Anni 80 e cantante, «mi facevo chiamare Willy Sogno», vorrebbe scrivere. E´ contento Jacob Marno, cinquantenne di via Arquata in cerca di lavoro, riconosce un suo paragrafo, «l´ho proseguito io il pezzo di Antoine, il portinaio, quando manca la luce nell´androne». Adesso, anche se nessuno osa dirlo, tutti cominciano a credere che da un momento all´altro si cominci a girare il film.

Il mercato di Porta Palazzo Le Porte Palatine, resti dell'epoca romana Il sottopasso di c.so Regina Margherita Piazza della Repubblica © Giovanni Fontana