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2004/05 - Patrimonio culturale e migranti. Una sfida contro l'esclusione sociale

Candidato: Elisa Sorba

Relatore: prof. Salvatore Rizzello

Facoltà: Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea Specialistica in Comunicazione multimediale e di massa, Università degli Studi di Torino

La tesi propone di indagare il rapporto tra patrimonio culturale e migranti, chiarendo l'importanza sociale delle istituzioni culturali e della valorizzazione del patrimonio culturale nella lotta all'esclusione sociale.

Il concetto di esclusione sociale nel corso degli anni '90 ha, infatti, ottenuto un riconoscimento rispetto alla propria natura multidimensionale arrivando a includere la sfera culturale e il conseguente impatto di questa sulle altre dimensioni politiche, economiche e sociali. Tale riconoscimento ha aperto nuove opportunità, interpretando la cultura come strumento trasversale di coesione sociale e come agente positivo nella lotta all'esclusione sociale.

Riconoscere che la cultura esercita un'influenza positiva nella lotta all'esclusione sociale significa che la cultura si pone come possibile risposta ad alcune necessità e problematiche che l'inserimento sempre più capillare e diffuso nella società di gruppi molto diversi tra loro per etnia, cultura e religione ha comportato in particolare rispetto a temi quali l'identità e la differenza.

Per analizzare concretamente ciò che significa parlare di politiche culturali in favore dell'inclusione sociale, si è posta l'attenzione al contesto europeo e poi a quello italiano dal quale sono emersi due fattori:

- l'importanza di rivolgersi non più al pubblico ma ai pubblici comprendendo sia il pubblico reale sia il pubblico potenziale e quindi il non pubblico, approfondendo l'analisi delle barriere economiche, fisiche e sociali che ne ostacolano la fruizione culturale;

- l'importanza sul piano politico del riconoscimento del legame tra agenda sociale e agenda culturale.

Considerando il museo luogo privilegiato per l'individuo dove confrontarsi e negoziare la propria identità, si è focalizzata l'attenzione sul consumo museale per arrivare, ragionando in negativo, a parlare delle categorie che ne sono escluse e attraverso le quali è possibile agire per una società più coesa. Secondariamente si è contestualizzato il discorso sul consumo museale rispetto all'ambito torinese.

L'analisi ha evidenziato un aumento in Italia, dal punto di vista quantitativo, del consumo museale mostrando però una tipologia di visitatore ben delineata: laureato, benestante e libero professionista. L'aumento della domanda sembra dunque celare l'esclusione in quanto si riferisce non tanto al numero e alla tipologia dei visitatori, quanto alla frequenza di visite di un gruppo che è possibile definire di visitatori abituali.

E' stato possibile rilevare alcuni mutamenti in atto nella museologia verso una tutela del patrimonio non fine a se stessa, ma connessa alle identità collettive e al territorio. Sono state analizzate due nuove tipologie museali nate di recente nel contesto museale metropolitano della Città di Torino: l'Ecomuseo Urbano ed il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e delle Libertà.

Queste due realtà sono accomunate dall'idea di museo, non più inteso come luogo di ostensione, ma come spazio di dialogo e di riflessione in cui la comunità è chiamata a costruire la propria identità e a conservare la memoria storica attraverso la conoscenza, la condivisione e la valorizzazione del patrimonio culturale.

Particolarmente rilevante sempre nell'ambito torinese, il progetto "Un Patrimonio di Tutti", in atto nella Città di Torino dal 2004, promosso dal Settore Educazione al patrimonio culturale dell'Assessorato alla Cultura, ha come obiettivo una mediazione inclusiva del patrimonio culturale attraverso una serie di azioni indirizzate alla costruzione di percorsi di cittadinanza attiva tramite la conoscenza e l'uso consapevole del patrimonio culturale. Oltre ad iniziative di sensibilizzazione sono state organizzate due sperimentazioni di mediazione del patrimonio attraverso l'uso di tecniche narrative che hanno coinvolto alcuni studenti stranieri dei Centri Territoriali Permanenti di Torino.

All'interno del progetto è stata condotta un'indagine per acquisire elementi di conoscenza rispetto al patrimonio culturale locale e alle abitudini culturali dei cittadini stranieri residenti stabilmente a Torino.

L'analisi dei consumi culturali ha rivelato una fruizione piuttosto alta, spiegabile attraverso un livello d'istruzione medio-alto del campione. In particolare, rispetto ai consumi museali, è possibile distinguere un gruppo di persone caratterizzate da un'elevata abitudine al consumo museale che sembra aver trasferito dal Paese d'origine al paese ospitante.

Tra le motivazioni dell'esclusione spiccano ragioni d'ordine economico, logistico, ma anche carenza informativa da parte delle istituzioni museali. Esiste, inoltre, una barriera psicologica dovuta ad un senso di disagio per paura di non sentirsi all'altezza rispetto al livello e al tono aulico della lingua utilizzata nei musei e rispetto al sapere delle istituzioni museali.

Il museo, infatti, è vissuto come tempio del sapere che rappresenta un passato glorioso e cui si accede, dopo aver approfondito il tema trattato al suo interno, come momento di approfondimento delle conoscenze personali.

In conclusione si è verificato il realizzarsi di un processo di democratizzazione della cultura che segna il passaggio da una cultura riproduttrice di diversità, che veicola significati e valori della classe dominante, ad una cultura che prende consapevolezza della propria responsabilità sociale anche rispetto a gruppi etnici o sociali minoritari verso i quali è possibile modellare una progettazione e una comunicazione dedicata. Questo processo, inoltre, garantisce a tutti, l'accesso, la partecipazione e la rappresentazione, rispetto a tutte le fasi della filiera di produzione del bene culturale.

Per contatti e-mail: elisa.sorba@gmail.com

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