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Scuola Museo Territorio. Per una didattica dell'archeologia a cura di Diana M.G., Moggi S., Vecchi L.

archeologia

Scuola Museo Territorio. Per una didattica dell'archeologia

a cura di M.G.Diani, S.Maggi, L.Vecchi
Atti della Giornata di studio (Casteggio, Palazzo Certosa Cantù, 14 aprile 2002), redazione scientifica di S.Miranda, All'Insegna del Giglio, Firenze, 2003.

La tempestività della pubblicazione è fondamentale per una documentazione efficace dell'iniziativa e per dare un contributo effettivo al dibattito sul tema.

Il progetto della nasce da un'idea di Stefano Maggi, docente di Archeologia dell'Università degli Studi di Pavia, con all'attivo esperienze di didattica dell'archeologia rivolte alla scuola e svolte in stretta collaborazione con i musei del territorio .

La relazione con la Regione Lombardia, Struttura Musei e Sistemi museali da un lato e il Museo archeologico di Casteggio dall'altro è venuta spontanea. Le finalità che si intendeva perseguire erano: fare il punto su alcuni aspetti metodologici della didattica museale in senso lato, con un'attenzione particolare alla disciplina archeologica; conoscere una serie di esperienze positive sia del territorio della provincia di Pavia, sia, più in generale, dell'Italia settentrionale; stimolare il dialogo tra soggetti che, con ruoli e con finalità istituzionali diverse, si occupano dell'educazione dei giovani.

Che il primo stimolo a organizzare un seminario di studio sulla didattica in archeologia sia venuto da un docente universitario - l'università è il soggetto che si occupa del livello 'alto' della didattica - sembra estremamente significativo; trovare un partner museale sul territorio non è stata un'operazione complessa, dato che il Museo di Casteggio non era nuovo a esperienze di collaborazione in questo senso. La giornata è stata impostata con una serie di relazioni introduttive di carattere metodologico e istituzionale:

-la presentazione degli indirizzi e delle attività della Regione Lombardia nell'ambito dell'educazione al patrimonio culturale (Maria Grazia Diani e Pietro Gasperini);

-gli standard di qualità nella didattica museale (Margherita Sani);

-didattica e multimedialità (Elena Corradini, Anna Benassi);

-una relazione tecnica di un docente di psicologia dello sviluppo dell'Università di Pavia (Adriano Pagnin), che ha affrontato gli aspetti psicologici della comprensione del tempo e, quindi, del rapporto con l'antico.

Si è passati successivamente all'illustrazione di alcune esperienze, ma sempre con un'attenzione particolare agli aspetti di metodo e, quindi, alla riproducibilità delle esperienze stesse. Già nella costruzione del progetto si era cercato di selezionare i progetti, tenendo conto delle differenze, per poter fornire un quadro il più possibile ampio e diversificato. Si è passati dall'analisi della progettazione didattica archeologica di un museo (i Musei Civici di Reggio Emilia) con all'attivo più di trent'anni di attività sul campo, a un'esperienza di vero e proprio stage collegato all'insegnamento universitario di museologia, quale è stata quella dei Musei Civici di Pavia (Donata Vicini) su un'ipotesi di un sistema museale urbano, elaborata dagli studenti in collaborazione con la direzione dei musei e con un gruppo di esperti.

Alcune attività sono legate alle Soprintendenze, cioè l'organismo che, sul territorio, si occupa della tutela. La specificità di questi interventi per certi versi è proprio quella di utilizzare il territorio stesso come museo: le aree archeologiche in particolare, oppure i musei archeologici nazionali. Mirella Marini Calvani (Emilia Romagna) ha sottolineato come la prima azione educativa che un museo propone è quella della traduzione in termini divulgativi della ricerca e di un allestimento museale ispirato da criteri di rigore scientifico.

Nel museo, che è contemporaneamente contenitore, contenuto e comparto urbano di riferimento, viene correttamente riconosciuta la sede privilegiata dell'educazione alla conoscenza del patrimonio.

La Soprintendenza per i Beni archeologici della Liguria a Ventimiglia (Elena Calandra) ha lavorato su alcuni aspetti fondamentali: da un lato sull'analisi del rapporto stretto e complesso tra la città attuale e i suoi consistenti resti archeologici e monumentali, dall'altro sulla presenza di realtà museali di grande interesse ma forse nell'insieme poco conosciute. I progetti condotti con le scuole del territorio di Ventimiglia sono stati regolati da convenzioni specifiche (ex Accordo Quadro del 1998 tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Ministero della Pubblica Istruzione), attraverso le quali si è strutturata l'articolazione degli interventi, su più anni scolastici, e si sono definiti gli obiettivi generali da perseguire.

La lettura del territorio è stata condotta sia attraverso le testimonianze conservate nei musei, sia mediante l'analisi puntuale delle evidenze archeologiche, non sempre di facile comprensione. L'attività di divulgazione e di valorizzazione e salvaguardia del territorio ad opera del volontariato culturale è illustrata nell'intervento di Claudia Comaschi della Società Archeologica Comense, a proposito del Parco della Spina Verde, area molto ricca di valori paesaggistici, ambientali, archeologici e monumentali. La sezione poster è stata concepita dagli ideatori della Giornata di Studio come uno spazio di racconto e di scambio di informazioni e di suggestioni; era arricchita dall'esposizione di quaderni didattici e di editoria del settore. Negli Atti si è riservato adeguato spazio ai poster (in numero di tredici): forse è proprio in questa parte che la lettura del testo consente di cogliere in modo singolare la varietà e la ricchezza delle esperienze, che quasi sempre hanno alle spalle anni di lavoro e di sperimentazioni, ma soprattutto grande competenza e rigore scientifico.

La ricchezza delle proposte dà la misura di un territorio ricco di musei e di testimonianze, ma anche di un rapporto vivace e stimolante con le istituzioni scolastiche, che emergono non quali semplici destinatarie dell'azione educativa del museo, ma con un ruolo attivo nella costruzione delle proposte stesse. Ha chiuso la Giornata una tavola rotonda che è stata uno dei momenti più significativi: "Per un dialogo tra istituzioni: considerazioni e proposte operative". Le istituzioni rappresentate erano: i musei (Pavia, Casteggio, Cremona), le scuole di diverso ordine e grado, la Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia, la Regione Lombardia, l'Università di Pavia, l'International Council of Museums (ICOM).

Si è sottolineata, tra l'altro, la necessità, per i docenti che inseriscono i beni culturali nel curricolo, di dialogare con le istituzioni culturali del territorio, e quindi anche con i musei. Si è concentrata l'attenzione sull'azione di mediazione che ogni museo, al suo interno, deve compiere: il museo deve creare una propria cultura e trasmetterla (ICOM). Infine si è posto l'accento sugli aspetti della formazione universitaria in rapporto alla necessità, nei musei, di figure specializzate che possano essere buoni mediatori proprio dei messaggi e dei contenuti dei musei e che siano nel contempo attente agli aspetti pedagogici ed educativi.

Quindi una formazione di settore, ma non esclusivamente proiettata ai contenuti, quanto attenta al metodo e alla mediazione in rapporto alle varie fasce d'età e all'impostazione del curricolo scolastico.

Maria Grazia Diani

e-mail: maria_grazia_diani@reteculturale.regione.lombardia.it

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