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Incontro reale 3. Raffaello a Bolzano per capire la Dama

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Incontro reale 3. Raffaello a Bolzano per capire la Dama

Gaia Carroli, Cristina Costa, Denis Isaia (a cura di)

ed. Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige, 2005  pp. 125

Incontro reale 3 - Raffaello a Bolzano per capire la Dama è il racconto dell'esperienza espositiva che ha portato a Bolzano la Dama con liocorno di Raffaello, opera che la Galleria Borghese di Roma ha prestato all'Ufficio Cultura italiana della Provincia Autonoma di Bolzano e che qui è stata sottoposta ad una minuziosa operazione di "scomposizione", al fine di indagarne tutti gli aspetti, dall'iconografia ai più piccoli particolari del quadro. Le finalità del progetto sono ben spiegate all'interno della prima parte del catalogo: l'Ufficio Cultura italiana della Provincia è infatti impegnato da parecchi anni in progetti che hanno come obiettivi quelli di ricercare costantemente nuovi pubblici per la cultura e di formarli attraverso momenti dedicati alla costruzione della comprensione. L' "Incontro reale 3" riprende questi obiettivi non solo da un punto di vista progettuale, ma anche operativo: un esempio per tutti è quello delle strategie di comunicazione. Le azioni attraverso cui l'iniziativa è stata comunicata e promossa sono state rivolte non solo alle scuole e al tradizionale pubblico della cultura, ma anche alle fasce di pubblico solitamente disinteressate agli eventi culturali, attraverso la presenza di banchetti informativi nei mercati rionali della città, nei luoghi di passaggio e agli ingressi dei supermercati. Sempre la finalità propedeutica è la protagonista del progetto di didattica "Oggi guido io!", che ha visto la partecipazione di 29 studenti dei licei di lingua italiana di Bolzano e provincia in qualità di guide all'interno del percorso di mostra. I ragazzi, che hanno aderito spontaneamente ad un percorso di formazione, sono stati orientati a condurre non una lezione frontale ma un dialogo aperto con il pubblico, attraverso il meccanismo domanda-risposta. In questa prospettiva è stata rivalutata la figura del visitatore, attore dinamicamente coinvolto, ma anche il ruolo della stessa visita guidata, divenuta spazio relazionale di condivisione. La seconda parte del catalogo è interamente dedicata all'analisi storico-artistica condotta sull'opera da Barbara Bottacin, curatrice della mostra. Il testo analizza in sette momenti di approfondimento (ciascuno corrispondente ad una stanza del percorso) la storia che ruota attorno alla "Dama con liocorno", dal contesto generale in cui l'opera nasce, la Firenze del primo Cinquecento e il confronto che qui si viene a creare fra Raffaello, Leonardo e Michelangelo, fino a scandagliare i più piccoli particolari dell'opera: dal gioiello all'acconciatura della dama. La terza parte è dedicata ad interventi "esterni" che vogliono innescare una riflessione sui meccanismi di fruizione dell'arte: Liliana Dozza, Vicepreside della Facoltà di scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano, analizza l'operazione "Incontro reale 3" da un'ottica psico-pedagogica, evidenziando come l'ambiente espositivo creato per ospitare la Dama e gli approfondimenti sia stato, contemporaneamente, anche un ambiente laboratoriale ed esperienziale, in cui il visitatore è pervenuto alla costruzione del significato attraverso un percorso attivo di disvelamento della densità culturale dell'opera esposta. Antonella Huber, docente di Museologia e Museografia all'Università di Bologna, concentra l'attenzione sull'accesso al consumo di arte e sulla necessità che esso venga adeguatamente costruito, in modo da fornire al pubblico delle chiavi di lettura durature e utilizzabili anche in contesti diversi da quelli della fruizione culturale.

Infine c'è un confronto fra due visioni differenti rispetto alla tematica del prestito di opere d'arte: una visione piuttosto "tradizionale", fornita da Alba Costamagna, fino all'anno scorso direttrice di Galleria Borghese ossia il museo prestatore dell'opera; gli fa da contrappunto l'intervento di Cristina Costa, funzionaria dell'Ufficio Cultura italiana che ha coordinato l'intera iniziativa, in cui viene evidenziato come il prestito di opere d'arte di cui la Provincia Autonoma di Bolzano ha goduto in questi anni sia stato, è vero, un'occasione di grande arricchimento culturale per tutta la città, ma abbia costituito un'occasione di arricchimento anche per i vari musei prestatori, che si sono trovati indirettamente al centro di operazioni di lettura delle proprie opere d'arte tanto inconsuete quanto profonde.

L'ultima parte del catalogo presenta infine una selezione dei commenti che i visitatori hanno lasciato su apposite cartoline al termine del percorso: la partecipazione alla mostra, intesa nel senso di presenze numeriche ma soprattutto di trasporto emotivo dimostrato da questi commenti, in cui passione e apprendimento si intrecciano al punto da diventare inestricabili, ha spinto l'Ufficio Cultura italiana a lasciare una testimonianza, a posteriori (ecco perché si tratta di un POST- catalogo) dell'iniziativa, testimonianza racchiusa in questo libricino, che esplora e analizza un'esperienza di fruizione dell'arte dalle premesse teoriche fino alle applicazioni pratiche.

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