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Val Chisone, una valle che si vuole sempre più chiusa?

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Siamo un gruppo di insegnanti che parlano a nome degli Istituti comprensivi “F. Marro” di Villar Perosa e “G. Gouthier” di Perosa Argentina.

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Vogliamo portare alla vostra conoscenza la situazione che stiamo vivendo, in relazione alle uscite con i nostri alunni, sia sul territorio che fuori dallo stesso.I nostri Istituti sono collocati in val Chisone e in val Germanasca: valli montane, facenti parte delle valli valdesi. La popolazione è distribuita in paesi e borgate sparsi su un territorio piuttosto vasto e così pure le scuole risultano dislocate in vari plessi, lontani fra loro, che fanno capo a una scuola capoluogo.

Già questo fatto crea limitazioni negli spostamenti, che richiedono quasi sempre l’utilizzo di mezzi di trasporto, anche solo per andare a scuola. Valorizzare e far conoscere il nostro territorio è sempre stato uno dei nostri obiettivi. La nostra è una Valle ricca di tracce storiche, di bellezze naturali, che hanno bisogno di essere visitate per entrare a far parte del patrimonio culturale dei suoi abitanti. Nelle nostre programmazioni inseriamo sempre uscite nell’ambito del Comune, ma anche queste implicano l’utilizzo di mezzi pubblici. Le amministrazione locali ci mettono a disposizione lo scuolabus per un numero limitato di visite didattiche, in alcuni casi anche solo, una all’anno.

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Da alcuni anni, inoltre, è stato soppresso il servizio sovvenzionato dalla Regione Piemonte che prevedeva l’utilizzo delle “corse bis” degli autobus di linea e ci permetteva di muoverci con una certa facilità e con costi contenuti. Ad esempio, Torino con le sue risorse culturali è sempre stata una delle mete che ogni classe inseriva nel proprio piano gite, anche più volte, ma anche Pinerolo, la val Chisone, la val Germanasca e la val Pellice.

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Non essendoci più le “corse bis” e quindi non avendo la garanzia del trasporto, è stato necessario rivolgersi ad un servizio di autobus a noleggio che, però, ha avuto dei costi di ricaduta sulle famiglie, molto elevati.

Nello specifico vogliamo portare alcuni esempi che chiariscono la differenza:
-  A Torino: con la “corsa bis” la spesa è di circa 10.00 euro con l’autobus a noleggio lievita a 15.00 euro circa.
-  A Pinerolo: con la “corsa bis” la spesa è di circa 6.00 euro con l’autobus a noleggio lievita a 10.00 euro circa.
-  A Pragelato: con la “corsa bis” la spesa è di circa 6.00 con l’autobus a noleggio lievita a 10.00 euro circa.

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Visti i costi, a carico delle famiglie, decisamente maggiori, anche in relazione alla crisi economica, sono state minori le uscite didattiche che gli insegnanti si sono sentiti di proporre ai genitori.Quindi, da qualche anno, abbiamo dovuto rinunciare a:
- Pragelato: Museo del costume – Museo del Parco delle Alpi Cozie – Ciaspolata sulla neve – percorsi naturalistici in Val Troncea;
- Usseaux: Villaggio Alpino e murales; 
- Fenestrelle: Forte di Fenestrelle; 
- Prali: Ecomuseo Regionale delle Miniere e della Val Germanasca;   
- Val Germanasca: percorso dei mulini;
- Pomaretto: Scuola latina Esposizione “Gli antichi mestieri” ed attività didattiche coordinate;
- Pinasca: Museo Etnografico Faure “Abitare in Valle”;
- Villar Perosa: rifugi antiaerei;
- Pinerolo e Torino: musei – teatri – siti e percorsi storici ed architettonici – mostre ed eventi – offerte didattiche in strutture specifiche di varia tipologia.

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Si fa notare che i nostri ragazzi hanno bisogno di ampliare il loro orizzonte spaziale e culturale e hanno bisogno di confrontarsi con altre realtà per immaginare un nuovo futuro per i luoghi in cui sono nati. La situazione è diventata quindi davvero difficile: a fronte di una crisi economica sempre più evidente, se ne affianca un’altra altrettanto, se non più grave, che è quella dell’impoverimento culturale.

Rischiamo di perdere la capacità di entrare in sinergia col territorio, sostenendo con le nostre visite le nuove e vecchie esperienze artigianali, culturali, agricole, turistiche, che mirano ad arginare la deindustrializzazione che avanza. Al di là dei mancati proventi per i vari soggetti coinvolti, la nostra scuola si ripiega sempre di più su se stessa, il nostro insegnamento perde un’importante risorsa.

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In passato abbiamo sperimentato il grande valore formativo generato da una scuola capace di interagire con il territorio, di collaborare con lo stesso, di farsi centro di fruizione, ma anche di divulgazione, di produzione di cultura. Porre ulteriori limiti alla mobilità delle nostre scolaresche, oltre a quelli che il territorio montano già implica, questo è davvero un danno imperdonabile.

Un gruppo di insegnanti della val Chisone
febbraio 2017
 

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