Città di Torino

Musei Scuola

Home > Esperienze > Migranti > 2009 - "Lingua contro Lingua", Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino

2009 - "Lingua contro Lingua", Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino

Istituzione proponente
Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino

Ente coordinatore
Centro Piemontese di Studi Africani www.csapiemonte.it

Referente del progetto
Anna Maria Pecci, antropologa museale – responsabile scientifica CSA
e-mail: annamaria.pecci@alice.it

Gruppo di Lavoro
Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino
Emma Rabino Massa, Gianluigi Mangiapane, Donatella Minaldi
Centro Piemontese di Studi Africani
Costanza Prada, Chiara Maggiore, Tiziana Nosek
HoldenArt
Albero Jona, Emiliano Amato, Laura Carle
Mediatori e mediatrici dei patrimoni culturali
Désiré Chasinga Bakorongotane, Abderrahim Benradi, Rita Catarama, Marcelin Enascut, Stefania Giustat, Justin Laoumaye, Bushiri Mutangi, Rangou Samb Ndiaye, Fabio Pettirino

Consulenti ed esperti
Andrea Perin (architetto museografo), Donata Testa (esperta in comunicazione e docente).

Destinatari
Il pubblico usuale e il non-pubblico del Museo, gli studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori.

La storia del Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino è strettamente legata a quella dell’omonimo Istituto universitario, le cui origini risalgono al 1923. A partire dal 1925 il suo primo direttore, Giovanni Marro, fece affluire numerosi reperti osteologici di notevole valore, frutto di campagne di scavo personalmente condotte in Egitto. A questo nucleo iniziale si aggiunsero negli anni raccolte antropo-etnografiche di svariata origine e provenienza, nonché pezzi collezionati dal padre, Antonio Marro, illustre psichiatra, sociologo e antropologo. Nonostante sia chiuso al pubblico dal 1984, il Museo, continua la sua attività scientifica tramite mostre temporanee, conferenze, seminari e laboratori didattici. Le collezioni conservate nel Museo sono suddivise in Primatologiche, Paletnologiche ed Etnografiche.

Il Centro Piemontese di Studi Africani nasce a Torino nel 1983 su iniziativa degli Enti Locali piemontesi. Il Centro intende promuovere e sviluppare i rapporti culturali fra il Piemonte e l'Africa, diffondere la conoscenza della storia, delle culture, delle lingue e arti africane e favorire lo studio e l'attività di ricerca sul continente africano. Dal 1996, il CSA ha avviato un progetto mirato alla valorizzazione del patrimonio artistico ed etnografico africano posseduto nei musei piemontesi.

Il progetto Lingua vs Lingua è stato interamente basato su un iter partecipato che, fin dalla fase di pre-progettazione, ha visto coinvolti sia i referenti degli enti partner sia i destinatari del progetto. Cuore del progetto è stato il 2° Corso di formazione per mediatori dei patrimoni interculturali, inteso principalmente come percorso di empowerment culturale.

I mediatori formati dal CSA hanno concepito e realizzato un allestimento multivocale in collaborazione con i referenti del Museo e con un architetto museografo. La lingua del Museo – istituzionale, scientifica, didascalica – ha dialogato con la lingua dei mediatori e delle mediatrici – autobiografica, evocativa, emozionale –, interpreti di un patrimonio di cui non si è inteso stabilire alcuna verità, ma offrire diverse chiavi di lettura (da qui il riferimento al brano “Lingua contro lingua” dei Radiodervish, 2005).

Ogni mediatore ha scelto uno o più oggetti dalle collezioni etnografiche del museo sulla base del proprio sentire emozionale e culturale. È stato libero di relazionarsi a quelle testimonianze materiali – non necessariamente provenienti dal suo stesso Paese o prodotte nel suo contesto culturale – che più di altre hanno evocato legami con la propria storia di vita, passata o presente, o con memorie e saperi incorporati, trasmessi di generazione in generazione e bagaglio/patrimonio imprescindibile del percorso migratorio.

Alla scelta degli oggetti ha fatto quindi seguito la fase di ideazione dei percorsi narrati dei patrimoni, alla quale hanno preso parte anche i referenti del museo.

Gli oggetti sono stati infine esposti in vetrine che costituiscono delle “installazioni autobiografiche”, in cui hanno trovato spazio anche i patrimoni soggettivi (intimi e spesso domestici) dei mediatori e delle mediatrici: souvenirs, fotografie, abiti, libri…

Dal 17 novembre 2008 al 31 gennaio 2009 la mostra è stata aperta su prenotazione e resa fruibile attraverso percorsi narrati dialogici che, solamente per il pubblico scolastico,sono stati preceduti preceduti da attività educative propedeutiche, svolte in aula o direttamente in museo.

Principali risultati del progetto

· La realizzazione dell’iter a progettazione partecipata
· Il partenariato istituzionale
· Diversamente dall’iter solitamente adottato nella realizzazione di mostre, l’architetto ha preso parte a tutte le fasi di progettazione, svolgendo il triplice ruolo di museografo, “facilitatore” e “traduttore”, in un processo di condivisione di conoscenze

Il progetto ha previsto la realizzazione non solo di percorsi narrati dialogici, curati e condotti dai mediatori e dagli educatori museali, ma anche di un allestimento museale di tipo “collaborativo”, che ha visto cioè coinvolti i destinatari e gli attori di progetto

La narrazione è stata intesa come strumento di mediazione non in senso linguistico, ma in quanto condivisione di saperi e punti di vista sia soggettivi sia istituzionali.

Costo
€. 5.000,00 da European Commission LLP Programme – MAP for ID project.

Cerca nel sito

Ricerche avanzate