Nuovi sguardi per la città del futuro

Un seminario per dare avvio a riflessioni su come si percepisce la città sotto molteplici aspetti. “Tutto bene in Città?” è il titolo della giornata che l’associazione Laqup Laboratorio Qualità Urbana e Partecipazione) ha organizzato oggi oggi, nella sede della Città Metropolitana, durante la quale si sono avvicendati architetti e urbanisti di fama internazionale in un confronto su come gli spazi pubblici e la loro progettazione debbano concorrere alla salute fisica, psichica e sociale, partendo dal presupposto che per salute si intende uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie e o infermità.

Una iniziativa patrocinata da Città metropolitana di Torino, Città di Torino, con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Ordine degli Architetti e fondazione per l’Architettura che ha visto il confronto tra realtà europee come Bordeaux, Barcellona.

Tra gli altri relatori, in collegamento da Parigi è intervenuto il professor Carlos Moreno, ricercatore di fama internazionale direttore scientifico della cattedra Imprenditorialità, Territorio, Innovazione (IAE Paris, Sorbonne Business School, Paris1 Università Panthéon – Sorbonne), conosciuto come il teorico della “Città dei 15 minuti”.

La vicepresidente del Consiglio Comunale, Ludovica Cioria, ha portato il saluto della Città ed espresso apprezzamento per l’iniziativa.

L’approccio europeista ha sempre caratterizzato lo sguardo di Laqup, ha sottolineato Cioria e merita il ringraziamento per un lavoro certosino, nel tessere relazioni tra temi che possono risultare scontati ma sono alla base del nostro modo di guardare il mondo. Da consigliera comunale, ha evidenziato, ritengo che abbiamo bisogno che la società ci guidi sempre di più in nuovi approcci perché diversamente la nostra quotidianità è occupata dai soggetti che sono più forti per ragioni economiche. Va promosso un altro modo di guardare il mondo, abbiamo bisogno di ritrovare parole e paradigmi di comunità, per questo guardare Torino come città in trasformazione, significa guardare al futuro facendo riflessioni diverse. Stiamo lavorando al nuovo piano regolatore, abbiamo bisogno che tutti i soggetti ci portino proposte perché altrimenti le riflessioni ruotano sempre solo intorno alle risorse economiche, ridotte negli anni. La politica, ha concluso, non può sapere tutto, quindi è giusto che chi vive il dialogo internazionale porti a Torino quello che Torino non riesce a vedere”.

Federico D’Agostino