L’impegno della cooperativa sociale Mirafiori in favore delle donne vittime di violenza

Dal 1988 la cooperativa sociale Mirafiori onlus promuove il benessere e la formazione di adulti, donne in particolare, e minori.

Nella seduta del 16 novembre 2023 della Commissione Diritti e pari opportunità, presieduta da Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS), sono stati auditi i rappresentanti dell’ente per raccontare le iniziative messe in campo per contrastare la violenza di genere.

Adriana Sumini, una delle fondatrici della cooperativa, ha detto che la onlus opera da anni al fianco delle donne che subiscono violenza e dei minori vittime di violenza assistita. Ha quindi spiegato che nel 2013 la cooperativa ha deciso di utilizzare un proprio spazio come casa rifugio, sostenuta poi dalla legge regionale del 2016.

Dal 2015 a oggi la struttura, chiamata “Casa Artemisia”, ha accolto 53 donne e 25 minori tra 0 e 12 anni. È anche accredita per 10 posti dal Comune di Torino. È importante – ha affermato Adriana Sumini – perché garantisce protezione alle donne che hanno denunciato maltrattamenti e sono già state sentite dalla Procura e sono in attesa degli esiti del procedimento penale. È un luogo – ha detto – dove le donne possono pensare a se stesse e iniziare a riprogettare la propria vita.

Nel Chierese, nei Comuni di Chieri, Torino, Santena, Pino Torinese e Carmagnola, è inoltre attivo un servizio di sportelli di assistenza, che dal 2018 a oggi, hanno ascoltato 262 donne che hanno subito violenza per aiutarle a ricostruirsi un percorso di vita, un nuovo futuro, anche lavorativo.

La cooperativa si occupa inoltre degli uomini autori di violenza attraverso il progetto Adam e ha anche creato un suo “spin off” – la cooperativa Spi.Co – per lavorare sulla relazione di aiuto e offrire percorsi di sostegno e accompagnamento, come ha spiegato la referente Silvia Lo Sardo.

La violenza di genere è una delle piaghe più difficili da individuare e contrastare – ha ribadito la presidente Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS) – ed è necessario sostenere maggiormente strutture e servizi a supporto delle vittime.

Nel dibattito in Commissione, Amalia Santiangeli (PD) ha chiesto approfondimenti sui tempi di permanenza nella casa rifugio e sull’accoglienza dei minori, Tiziana Ciampolini (Torino Domani) sulle violenze durante e dopo l’emergenza Covid-19 e sul supporto nelle denunce, Silvia Damilano (Torino Bellissima) sul percorso svolto dagli uomini che maltrattano.

Nella replica, Adriana Sumini ha precisato che l’accoglienza in casa rifugio è di sei mesi, prolungabile fino a un anno (in casi particolari, si è arrivati anche a due anni), previo pagamento di una retta. Ha quindi denunciato l’aumento delle violenze dopo l’emergenza pandemica e ha fornito ulteriori informazioni sul supporto fornito agli uomini, di solito articolato in un ciclo di almeno cinque incontri.

Massimiliano Quirico