Il Comune di Torino nella Fase 2 Covid

Come si prepara la Città di Torino alla Fase 2 dell’emergenza coronavirus? Se ne è discusso il 29 aprile 2020 nella seduta congiunta delle Commissioni Personale e Controllo di gestione, presieduta da Marco Chessa.

In apertura della riunione è intervenuta la sindaca Chiara Appendino, che ha presentato una bozza della riorganizzazione di funzioni e servizi dell’Amministrazione.

Sarà necessario uno sforzo corale – ha affermato – che riguarda tutta la struttura: assessorati, sindacati, Codir, direzioni e personale tutto. Per fare ripartire il Comune e garantire servizi e ruolo di riferimento per cittadine e cittadini, in questa difficile fase di crisi e di cambiamento delle abitudini.

La Città si prepara, ma scadenze e modalità sono flessibili – ha precisato – perché dipendono dalle scelte del Governo e della Regione.

La P.A. è chiamata a uno sforzo straordinario – ha detto – che richiede una riorganizzazione del lavoro per garantire tre dimensioni: efficienza, efficacia e sicurezza.

Analizzando le esigenze di ogni singolo servizio, l’obiettivo è quello di dematerializzare un considerevole numero di servizi, secondo linee guida per la gestione del rischio.

Si ipotizza la piena ripresa delle attività entro la prima metà di luglio 2020, con azioni di progressiva riapertura. Saranno riorganizzati spazi e processi di lavoro per mitigare i rischi e saranno sviluppate attività telematiche: si vogliono stabilizzare 1.600 persone in telelavoro.

D’intesa con i sindacati, verranno incentivati i mezzi di trasporto individuali, come la bicicletta e gli spostamenti a piedi.

Si prevedono anche specifiche attività per i servizi per l’infanzia e i centri estivi, in attesa che si chiarisca il quadro normativo, e per i cantieri, oggetto di uno specifico protocollo comunale.

L’intervento della sindaca in videoconferenza nella Commissione del 29 aprile 2020.

Infine, la sindaca ha ringraziato la macchina comunale e ha spiegato che il documento sulla riorganizzazione comunale è ancora oggetto di discussione e modifiche. Sarà poi sottoposto alla Giunta, probabilmente la prossima settimana.

Il segretario generale, Mario Spoto, ha quindi evidenziato gli obiettivi già raggiunti e quelli da raggiungere – anche tenendo conto dell’elevata età media nell’Amministrazione – servendosi anche del progetto “Imprese aperte, lavoratori protetti” elaborato dal Politecnico di Torino. Sinora – ha spiegato – sono stati in telelavoro e smart working fino a 3.950 dipendenti.

Entro maggio – ha affermato Spoto – si prevede la riapertura di metà degli sportelli, con postazioni protette. Altri verranno messi a norma, altri diventeranno “virtuali”. La riapertura completa è prevista verso fine giugno, per stabilizzarsi a luglio, quando l’emergenza coronavirus dovrebbe terminare – ha detto.

Saranno ovviamente riorganizzati gli spazi per le attività in presenza, senza però acquisire nuovi spazi, e verrà rinforzato il servizio di prevenzione e protezione.

È iniziata – ha aggiunto – la revisione del Documento di Valutazione dei Rischi (Dvr), che dovrebbe essere terminata prima del rientro del personale.

Particolare attenzione verrà prestata ai Servizi Sociali, soprattutto per i lavori fuori sede, come l’assistenza domiciliare.

Per i Servizi Culturali a gestione diretta, come la biblioteche, si prevede di approntare tutte le misure necessarie per proteggere personale e utenti entro la fine di giugno. Qualche settimana in più potrebbe essere necessaria per la riapertura del Borgo Medievale.

Di concerto con i sindacati, verranno riattivate progressivamente anche tutte le funzionalità dei servizi operativi esterni della Polizia Municipale.

Il direttore del Personale, Giuseppe Ferrari, è poi intervenuto in Commissione per dettagliare ulteriormente le modalità di gestione del rientro dei dipendenti, con l’obiettivo di favorire il lavoro da remoto (che coinvolgerà almeno 1.600 persone), anche alle luce dell’incremento delle prestazioni professionali con il lavoro a distanza e della positiva collaborazione con i sindacati.

Gli obiettivi primari – ha spiegato – sono la tutela della salute del personale e l’efficienza dei servizi. Si cercherà di non fare rientrare il personale immunodepresso e chi ha figli.

Potrebbero essere installati termoscanner agli ingressi e ci saranno modalità diverse di accesso e uscita dei dipendenti: ad esempio, a Palazzo Civico si entrerà dal portone principale, per poi uscire dal Cortile del Burro. Gli ascensori, ad esempio nell’edificio di via Meucci, saranno presidiati ad ogni piano.

Ogni Divisione stabilirà il fabbisogno mensile di Dpi, le bollatrici non verranno utilizzate, ma si cercherà di favorire modalità di rilevazione automatica della presenza, d’intesa con le organizzazioni sindacali (con le quali ci si riunisce ogni martedì in una “cabina di regia”, dalla fine dello scorso febbraio). Verrà inviata ai direttori oggi o domani una circolare per la ri-quantificazione dei servizi da effettuare in presenza.

Nel dibattito in Commissione, il consigliere Enzo Lavolta (PD) ha chiesto di approfondire modalità e criteri per incentivare lo smart working, così da ridurre gli spostamenti, e di favorire i trasferimenti interni vicino alla propria abitazione per i dipendenti che ne fanno richiesta e che devono lavorare in presenza. Serve inoltre – ha aggiunto – rimodulare tempi e orari del lavoro del personale.

Federico Mensio (M5S) ha quindi sottolineato la positiva accelerazione del lavoro agile e ha chiesto di prevedere ulteriori incentivi. Ha suggerito nuove modalità di utilizzo dei servizi delle biblioteche, ad esempio con un allungamento dei tempi dei prestiti dei libri e prestiti “a domicilio”. Ha poi proposto di valutare la possibilità per i dipendenti di poter effettuare la pausa pranzo nel proprio ufficio.

Chiara Foglietta (PD) avrebbe preferito un confronto preventivo della sindaca con il Consiglio e ha quindi chiesto di poter ottenere la documentazione, per poterla esaminare meglio.

Ulteriori richieste di chiarimenti sono state avanzate da Eleonora Artesio (Torino in Comune) e Federica Scanderebech (Rinascita Torino).

In conclusione, il presidente Marco Chessa ha annunciato altri approfondimenti in una prossima seduta di Commissione.

Massimiliano Quirico