Gli effetti del reddito d’inclusione sui torinesi

la distribuzione del REI in città, per macrozone

Su richiesta della consigliera Monica Canalis la Quarta commissione presieduta da Antonino Iaria ha affrontato, questa mattina, il tema dell’impatto del REI (reddito d’inclusione) sulla popolazione della Città di Torino. Giova ricordare che il REI è una misura nazionale di contrasto alla povertà, della durata di diciotto mesi, superato oggi dal reddito di cittadinanza, appena questo nuovo strumento sarà diventato operativo. Nel frattempo, i Servizi sociali della Città si sono adoperati per soddisfare le richieste arrivate entro il 28 febbraio scorso per ottenere il reddito d’inclusione.

la distribuzione del REI in città per fasce d’età

Composto da un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica, e da un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa per il superamento della condizione di povertà, a Torino ne stanno beneficiando 8.690 famiglie (4.360 invece, le domande rifiutate). Sono stati gli stessi dirigenti della divisione Servizi sociali a rendere noti in commissione i dati relativi agli effetti di questo provvedimento. Che va ad incidere soprattutto sulla fascia di età compresa fra i 30 e i 55 anni (5.012 beneficiari) e quella fra i 56 e 67 (2.890), residenti per la maggior parte nella zona nord della città (4.883 contro i 3.035 dei quartieri a sud della città), per due terzi italiani, 6.181 contro i 2.509 stranieri. Ancora da definire l’impatto economico complessivo del provvedimento, anche in considerazione del fatto che verrà presto sostituito dal reddito di cittadinanza del quale non si conosce ancora il numero definitivo dei richiedenti.

Marcello Longhin