Carcere e Museo Egizio: un incontro riuscito

In mattinata nella sala del Teatro della Casa circondariale Lorusso e Cutugno, il presidente del Consiglio comunale, Fabio Versaci, è intervenuto alla presentazione del progetto Liberi di Imparare, promosso dalla Garante comunale per i diritti dei detenuti, Monica Cristina Gallo.

Il progetto, ha prodotto, grazie ai corsi ed ai laboratori tenuti in carcere dai docenti del “Primo Liceo Artistico” e del “Plana”, una serie di copie di manufatti tra i più belli e preziosi del Museo Egizio di Torino.

da sin.: Greco, Minervini, Gallo, docente del “Plana”, dirigente del “Primo Liceo artistico”, Versaci

Le riproduzioni dei reperti, corredi dalla tomba di Kha e della moglie, tra cui urne lignee, ceramiche, frammenti del papiro del Libro dei morti, maschere funerarie, sono stati successivamente utilizzati nelle attività del Museo presso l’Ospedale Pediatrico Regina Margherita, creando così un circuito virtuoso che ha gettato un ponte ideale, come ha detto il direttore del Museo, Christian Greco, tra mondi ristretti come il carcere e l’ospedale.

Gli ospiti sono stati presentati e ringraziati dal direttore del carcere Domenico Minervini.

Il presidente Versaci “esterrefatto per la bravura messa in campo”,  ha ringraziato gli autori del progetto e ha sottolineato il problema della distanza, non solo fisica, del carcere dalla vita della città e degli sforzi per superarla. Alla luce dei  progressi  di questi anni, dovuti all’azione del direttore, della Garante e del personale, Versaci ha assicurato anche per il futuro, il costante sostegno della Città.

La Garante ha da parte sua messo in evidenza la libertà di azione con cui ha sempre potuto lavorare.

Le opere realizzate con questo progetto sono state anche utilizzate in un film della Walt Disney realizzato presso il Museo Egizio dal titolo “Berni e il giovane faraone”, acquisendo così una visibilità nazionale.

Forti di questi successi e riconoscimenti, la garante Gallo e il direttore Greco hanno auspicato ulteriori collaborazioni e un allargamento del progetto già esistente alle altre carceri presenti in Piemonte oltre che all’introduzione nello stesso Museo Egizio di questi lodevoli falsi affinché si possa pensare di organizzare un coinvolgente percorso tattile per i visitatori del Museo.

Carola Bortesi  (tirocinio Università di Verona)