“La pandemia rilancia odio e intolleranza sul web”

Costituita 15 anni fa, l'European Foundation for Democracy ha sede a Bruxelles, Belgio

La crisi ingenerata dalla pandemia del Covid-19 è un terreno fertile per gli estremismi, che hanno saputo adattare la loro propaganda alla nuova situazione. Lo hanno affermato oggi i rappresentanti dell’EDF-Fondazione Europea per la Democrazia, organismo di ricerca con sede a Bruxelles. L’occasione per affrontare l’argomento è stata rappresentata da una seduta congiunta in videoconferenza, presieduta da Carlotta Tevere, delle commissioni  consiliari Legalità, Intolleranza e Pari Opportunità. A rappresentare l’EDF, la presidente Roberta Bonazzi, Francesco Farinelli ed Enrico Colarossi. Disinformazione e fake news, diffuse soprattutto tramite i  social media, sono divenuti un’arma fondamentale per il radicamento di ideologie e gruppi estremisti, di carattere politico o religioso. Il diffondersi del Covid-19, la ferrea quarantena imposta per contrastare il contagio, la forzata riduzione della socialità e un nuovo, più compulsivo e totalizzante approccio al web hanno rappresentato per l’ISIS-Daesh, così come per formazioni neofasciste o razziste, l’occasione per un rilancio delle loro attività, almeno sul piano propagandistico, in una ridda multipolare di notizie false. Abbiamo assistito così ai vari negazionismi (comprese le tesi tendenti a definire l’epidemia come una manovrata perché inesistente), denunce di inesistenti complotti cinesi (il virus fabbricato in laboratorio a Wuhan),  di società occulte (il vaccino esiste a è destinato solo pochi eletti e richiede sacrifici umani) o ebraici (tanto per non venire meno alla fetida tradizione dei Protocolli dei Savi di Sion), senza dimenticare il tradizionale bersaglio rappresentato da profughi e migranti. L’Isis-Daesh ha salutato l’epidemia come la collera divina contro gli infedeli, premurandosi di specificare che ogni buon musulmano ucciso dal virus sarebbe comunque stato considerato martire della jihad.

Un’immagine dal sito dell’EDF: http://www.europeandemocracy.eu

In controcanto, gruppi di suprematisti  razziali statunitensi, come aggiornamento alle solite campagne d’odio, hanno incitato i “veri americani” (bianchi) a cercare di infettare neri e musulmani, tossendo loro addosso e insalivando i mancorrenti. Un carosello di follie, così poliedrico da trovare spazi dove infilarsi e ribollire negli ambienti sociali più diversi. Diversi ma accomunati, soprattutto in questa fase, da una situazione di ansia e confusione, che può essere ulteriormente acuita da situazioni di svantaggio economico e sociale, così come dall’appartenenza a minoranze discriminate. evidentemente, sottolinea l’EFD, non solo le semplici politiche securitarie e repressive a costituire la soluzione, occorre un approccio basato sull’analisi e sulla prevenzione.  Proprio su queste aree sociali e sui loro problemi cercano di incidere i soggetti che, in ogni caso, agitano lo spauracchio di un nemico contro il quale scaricare l’odio che nasce dalla paura, dalla frustrazione e dall’impotenza. La sequenza è quella che parte dal hate speech, odio e disprezzo riversati sul nemico di turno, e che passando per il crime speech, l’incitazione all’azione contro di esso, arriva alla realizzazione di atti violenti o di vere e proprie azioni terroristiche e stragiste, da parte di “lupi solitari” o gruppi ben organizzati. In Italia, gruppi di estrema destra hanno cavalcato una narrazione negazionista della pandemia, incitando al rifiuto dei dispositivi di protezione e al “riappropriarsi della libertà”, promuovendo raduni in fase di lockdown, definito, quest’ultimo, una montatura governativa per meglio imporre il dominio sui cittadini. In tono minore, anche gruppi antagonisti o anarco-insurrezionalisti si sono mossi in questo senso. Secondo l’EDF, un radicalismo di estrema sinistra, anche in variante ecoterrorista,  potrebbe trovare nuova linfa nella crisi economica e sociale determinata dalla pandemia.

I  rappresentanti dell’EFD, in chiusura della riunione, hanno anche fatto riferimento ad una ricerca condotta tra gli operatori delle comunità di accoglienza per giovani,  duramente messe alla prova negli aspetti gestionali e della qualità di vita degli e delle utenti. Il tema sarà oggetto di un seminario on line giovedì 2 luglio, con diretta Facebook : info https://www.europeandemocracy.eu/event/le-comunita-di-accoglienza-nellera-del-covid-19/

Claudio Raffaelli