Area ex Diatto, il dibattito prosegue

Attorno alla zona della ex Diatto e alla destinazione finale dei circa duemila metri quadri di spazi del fabbricato da restaurare nell’area un tempo sede dell’azienda torinese, si è dibattuto oggi pomeriggio in Commissione Urbanistica. Ai lavori, coordinati dal presidente Roberto Malanca, erano presenti l’assessore all’Urbanistica e al Patrimonio, Antonino Iaria, la presidente della Circoscrizione 3, Francesca Troise, e lo studio privato incaricato di sviluppare il progetto sull’area.
In parallelo all’approvazione del Piano esecutivo convenzionato, è intenzione della Giunta di Palazzo civico indire una manifestazione di interesse a evidenza pubblica per i possibili futuri usi dello spazio citato; il capannone oggi in comodato d’uso all’azienda Prelios tornerà in uso all’Amministrazione comunale.
Il rappresentante del Politecnico di Torino ha spiegato ai consiglieri di essere interessato all’uso del complesso per le sfide tra studenti, i challenger tra squadre di universitari, viste le caratteristiche di un’area di pregio tra via Revello, via Moretta, via Cesana e via Frejus vicina alla facoltà scientifica universitaria.
Troise ha detto che gli spazi sono di interesse anche per la Circoscrizione 3: “Sarebbe splendido avere una sala polivalente aperta ai cittadini, nel nostro territorio non abbiamo un luogo capace di contenere più di cento persone”.
Più in generale il progetto sul quale si discute da anni intende rivitalizzare un’area del quartiere Cenisia; lungo il perimetro di via Moretta e di via Cesana sarà realizzata una residenza universitaria che darà ospitalità a seicento studenti. Al centro della zona, un tempo occupata dagli stabilimenti produttivi, sorgerà un parco di circa 8 mila metri quadri, con una parte destinata all’uso notturno e agli eventi della Città. I lavori per la sistemazione dell’intera area potrebbero avere inizio alla fine del prossimo anno.
La Diatto fu azienda torinese produttrice di autovetture tra il 1905 e il 1932, con una produzione di circa 250 vetture l’anno. In seguito, la produzione si limitò a pezzi di ricambio, fino al 1955 quando l’azienda fu costretta a chiudere per problemi finanziari della proprietà.

(r.t.)