Una targa per Vasari, testimone della Deportazione

Da questa mattina, una targa al civico 4 di via dei Mille, a Torino, ricorda Bruno Vasari, nel luogo che fu la sua abitazione.
Già vice direttore della Rai, ex deportato nel lager di Mauthausen, presidente dell’Associazione nazionale ex Deportati, Vasari nacque a Trieste nel 1911 e morì a Torino nel 2007.
A ricordare la sua vita e il suo impegno il presidente del Consiglio comunale e della commissione Toponomastica, Fabio Versaci. “Vasari, torinese di adozione, è stato un uomo che ha scelto di stare dalla parte giusta, ha affermato. Grazie a donne e uomini come lui, ha aggiunto, siamo qui oggi come donne e uomini liberi. Con questa targa la Città rende omaggio ad una persona che ha dedicato la sua vita a promuovere una vasta attività culturale volta a preservare la memoria della Deportazione e della Resistenza”.

Il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci, con il presidente della Circoscrizione 1, Massimo Guerrini e altre personalità, dopo lo scoprimento della targa

Barbara Berruti, vice direttore dell’Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e della Società contemporanea “Giorgio Agosti”, ha ricordato “il grande privilegio” avuto nell’aver curato e ordinato l’archivio di Bruno Vasari, in parte quando egli era ancora in vita, in parte successivamente. Un totale di 1700 fascicoli che ricostruiscono la storia molto intensa di un uomo pieno di interessi, legati da un potente “filo rosso che tutto lega e che trova origine nel primo fascicolo con le prime memorie e testimonianze dopo la deportazione”.
“I cinque mesi di deportazione a Mauthausen, ha sottolineato, hanno cambiato la sua vita. Il lager è un’esperienza che rimane per sempre anche negli anni successivi” e ha ricordato come a soli dieci giorni dal ritorno, avesse pubblicato sul giornale “Giustizia e Libertà” il suo primo articolo, dal titolo Mauthausen, testimonianza di un superstite.
Per Lea Marchiaro, ex vice presidente del Consiglio Regionale, Vasari aveva la capacità di stabilire “rapporti straordinari con persone di generazioni diverse. La sua grande intuizione fu quella di appoggiarsi alle istituzioni pubbliche, come il Consiglio Regionale e l’Università perché la memoria non si disperdesse in storie individuali o in semplici commemorazioni ma tutte diventassero un insieme di dati con la forza della storia. Furono 270 i deportati piemontesi, 220 le testimonianze trascritte, diventate patrimonio per gli storici e per tutti noi. Oggi, ha concluso, facciamo un gesto dovuto perché il nome di Bruno Vasari deve essere consegnato alla Città e lasciato alla memoria dei passanti”.
Massimo Guerrini, presidente della Circoscrizione 1, ha evidenziato come da oggi la targa in via dei Mille sarà un’occasione di riflessione e di conoscenza, soprattutto da parte dei giovani, del valore e dell’importanza di Vasari per il nostro Paese.

Federico D’Agostino