Torino si candidi per le Olimpiadi 2036

Torino potrebbe vedere di nuovo acceso il braciere olimpico. Un primo atto per dar vita ad una suggestione probabilmente gradita ai molti torinesi che ricordano l’atmosfera dei Giochi olimpici del 2006 è stato approvato, questo pomeriggio dal Consiglio Comunale. La Sala Rossa ha infatti votato a favore di un ordine del giorno con il quale si chiede al Sindaco e alla Giunta di farsi promotori, verso Regione Piemonte e Governo della candidatura di Torino a sede delle Olimpiadi del 2036, per le quali non sono stati ancora individuati il Paese e la città ospitante.

Il documento, che vede come prime firmataria Paola Ambrogio (FDI), ha ottenuto anche firme di consiglieri di maggioranza.

L’ordine del giorno ricorda come siano già state individuate le sedi per le prossime tre edizioni mentre resti ancora da individuare della sede che ospiterà i Giochi tra quattordici anni e sottolinea il bisogno urgente “di un rilancio economico-sociale della Città, dopo decenni di stagnazione economica e ridotta attrattività internazionale dopo i giochi invernali del 2006 – recuperata solo nell’ultimo anno, che ha visto l’assegnazione degli ATP finals e dell’Eurovision Song Contest –.

L’evento, viene evidenziato, dovrà rispondere a criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale”.

Il documento prevede che la candidatura di Torino sia presentata insieme ad altre città italiane.

Nel corso del dibattito, oltre alla prima firmataria, sono intervenuti a favore della proposta di candidatura i consiglieri Silvio Viale (Lista civica per Torinoo), Nadia Conticelli (Pd), Giuseppe Catizone (Lega). Ha espresso posizione contraria Alice Ravinale (Sinistra Ecologista).

L’assessore allo Sport e ai Grandi eventi, Mimmo Carretta, ha ricordato la capacità di accogliere della Città, grazie anche ai suoi impianti. “Torino non è più disponibile a perdere occasioni, ha sottolineato Carretta, una candidatura territoriale ha sicuramente più senso”.

L’ordine del giorno ha ottenuto 30 voti a favore e 2 contrari.