Torino non dimentica le Vittime del terrorismo

Foto d'archivio cittAgorà

Il messaggio della Sindaca, Chiara Appendino

Oggi, nel “Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo”, desidero ricordare come le istituzioni

democratiche, con i loro valori di libertà e giustizia, rappresentino un bene primario da proteggere costantemente nel tempo perché, seppure in modi, forme diverse e talvolta anche subdole, esse continuano ad essere a rischio di delegittimazione e di aggressione.

Uno dei modi migliori per difendere le fondamenta dello Stato e della nostra Costituzione consiste sicuramente nel mantenere viva la memoria dei periodi più bui e dolorosi affrontati dall’Italia contemporanea, come quei momenti conosciuti con il nome di “anni di piombo”, che hanno drammaticamente segnato poco più di un decennio della storia del nostro Paese e in cui, solo a Torino, tra il 1975 e il 1982, si sono contate diciannove persone uccise e altre settanta ferite.

L’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo e dell’Eversione contro l’ordinamento costituzionale dello Stato (Aiviter) e l’Associazione Europea Vittime del Terrorismo (Asevit) hanno non solo aiutato i familiari di coloro che tra gli anni Settanta e Ottanta hanno perso la vita, ma cercato sempre la verità per rendere loro giustizia e operato affinché nessuno dimenticasse che cosa furono quei giorni, mesi e anni per chi fu vittima del terrorismo. Persone a cui ogni giorno va il nostro ricordo, come cittadini e come Istituzioni.
Io, per ragioni anagrafiche, non ho vissuto direttamente quel periodo e quel clima pesante, di “piombo” appunto, ma per la mia formazione di cittadina conoscerlo attraverso la scuola e le lezioni dei miei insegnanti, i racconti in famiglia, di nonni, genitori e amici è stato importante. Così penso che la storia di quegli anni possa incoraggiare nei giovani lo sviluppo di una coscienza critica verso il fenomeno del terrorismo e le diverse forme di radicalizzazione violenta: terrorismo che, tra l’altro, ha da tempo ritrovato vigore e acquisito una pericolosissima dimensione internazionale assumendo anche spesso i caratteri del fanatismo religioso e facendo proseliti anche tra chi è nato e cresciuto in Paesi con una lunga storia di democrazia.

Ringrazio Aiviter e Asevit e invito coloro che animano queste associazioni a proseguire nel loro lavoro: un impegno importante e prezioso per tutti noi e, soprattutto, per chi i fatti di quel periodo li hanno conosciuti solo attraverso le pagine dei libri di storia.

 

Il messaggio del Presidente del Consiglio Comunale, Francesco Sicari

In occasione di questo 9 Maggio 2021, siamo qui, come da molti anni a questa parte, per ricordare chi è stato colpito dalla violenza del terrorismo di ogni matrice, in occasione della Giornata in memoria delle vittime del terrorismo.

Crimini di efferata violenza che hanno aperto ferite all’interno della nostra società che ancora oggi sono vive sulla nostra pelle.

Crimini che hanno impresso nei libri di storia immagini indelebili, di quello che puó essere definito il ventennio di piombo. Emblema del periodo è sicuramente la figura di Aldo Moro, le fotografie, impresse nella nostra memoria, di quel 9 maggio 1978 e di quel bagagliaio di automobile al cui interno giaceva il corpo di un uomo delle istituzioni, vittima di terrorismo politico.

Il ritrovamento di Aldo Moro (foto wikipedia)

A queste vittime dobbiamo rispetto e memoria, e per questo, in questa data, e possibilmente ogni altro singolo giorno, continueremo ad essere presenti, al fine di ricordare, conservare, rinnovare e costruire una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni democratiche.

Dobbiamo sentire come nostra responsabilità diretta il richiamo ai valori di unità e di rispetto del prossimo. Tutto ciò è fondamentale al mantenimento di quella convivenza civile sulla quale si basa la nostra Democrazia, tanto a lungo desiderata e che ogni giorno necessita di essere non solo tutelata ma ancor più ricostruita e rinnovata.

 

Gli interventi dei presidente delle Associazioni Aiviter e Asevit