Spazi e servizi urbani a misura delle donne

Si è discusso di come immaginare una città accessibile a tutti e tutte e come rivisitare gli spazi urbani in una logica di genere nella seduta del 28 marzo 2024 delle Commissioni Diritti e pari opportunità e Seconda, presieduta da Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS).

L’architetta Roberta Ingaramo ha illustrato i progetti messi in campo dalla Fondazione per l’Architettura, evidenziando la necessità di fornire servizi adeguati e di qualità ai cittadini e anche alla cittadine.

L’obiettivo – ha affermato – deve essere quello di creare uno spazio urbano inclusivo, una città per tutti i generi.

In questo senso, la Fondazione – ha spiegato – ha attivato una serie di iniziative. Ad esempio, ha lavorato sugli “Spazi neonati”, per “umanizzare” gli ospedali, con un progetto di riqualificazione della Neonatologia intensiva dell’ospedale Sant’Anna di Torino, che ha coinvolto anche i giardini all’esterno, inaugurato il 23 settembre 2022.

Il progetto più recente, appena partito, è “The building happiness. Dove sta di casa la felicità?” per migliorare la situazione della città, per giungere a una “felicità urbana” nella città, nei luoghi di vita, condividendo idee ed esperienze negli spazi urbani. Sono previsti una “Masterclass” e un “Book Lab” che indagheranno la relazione tra spazi costruiti e felicità grazie ai contributi di docenti esperti e multidisciplinari, in collaborazione con Politecnico di Torino, Camera e Circolo dei Lettori.

Inoltre, la Fondazione sostiene il progetto WomenTOring, promosso dall’associazione “Torino città per le donne”, per la crescita e l’auto-formazione e l’affermazione professionale e lavorativa delle donne.

Nel dibattito in Commissione, Lorenza Patriarca (PD) ha evidenziato come gli spazi pubblici (toponomastica e monumenti) siano prevalentemente maschili e servano azioni di “discriminazione positiva” per riequilibrare la situazione o almeno invertire la tendenza.

Sono argomenti che vanno affrontati in maniera continua: è un dovere per avere in futuro una città più accessibile – ha dichiarato Tony Ledda (PD).

Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani) ha chiesto informazioni sulla presenza femminile nell’Ordine degli architetti. Una percentuale che sfiora il 50% – ha risposto l’architetta Roberta Ingaramo, anche se molte donne abbandonano la professione dopo aver avuto dei figli.

Dobbiamo progettare una città a misure di donne e ragazze – ha affermato l’assessore ai Diritti, Jacopo Rosatelli – a partire da parchi e giardini e bagni pubblici sicuri e puliti. Bisogna costruire insieme una cultura nuova – ha concluso.

Massimiliano Quirico