Padiglione 5 solo per i controlli sanitari

Il V padiglione di Torino Esposizioni è stata una sede temporanea per consentire il controllo sanitario di coloro che, da giorni, vivevano sotto i portici di piazza Palazzo di Città. Le quattro donne presenti sono state ospitate in alcuni dormitori, già nella serata di martedì mentre, per tutti gli altri, una sistemazione è stata trovata nella giornata di mercoledì. Nessuno ha evidenziato positività al covid-19.
Lo ha detto l’assessora Sonia Schellino, nel corso della riunione della commissione Sanità e Servizi sociali, presieduta da Fabio Versaci, che si è svolta questa mattina.
Secondo gli uffici dell’Assessorato, che hanno illustrato come la Città si è mossa rispetto ai senza fissa dimora, l’amministrazione ha agito in anticipo rispetto alle indicazioni regionali.
Le 20 strutture che gestiscono l’emergenza freddo, quest’anno sono state coinvolte nella gestione dell’emergenza sanitaria: per gli ospiti, previsto un triage in ingresso e la garanzia della continuità di accoglienza della persona nella stessa struttura. Le sedi sono state fruibili 20 ore su 24. Le quattro ore durante le quali gli ospiti erano assenti sono state utilizzate per pulire e sanificare gli ambienti.
Il problema maggiore è stato individuare una sede nella quale collocare coloro che venivano dimessi dagli ospedali dopo i contagi ma una soluzione, con Regione e Prefettura, è stata individuata nella residenza di via San Marino, gestita dalla cooperativa Pier Giorgio Frassati.
Nel dibattito che è seguito, inevitabili i riferimenti alla gestione dell’emergenza in piazza Palazzo di Città e il successivo trasferimento al padiglione 5.
Critiche sono state mosse da parte delle associazioni che hanno assistito all’incontro in videoconferenza, da Cub Sanità a Eufemia al Gruppo Abele che hanno contestato all’amministrazione mancanza di informazioni e di dialogo e di coordinamento nei confronti di tutti i soggetti nei giorni scorsi coinvolti nel portare aiuto alle persone accampate davanti al Comune, dopo la chiusura del punto di riparo di piazza d’Armi.
Una situazione evidenziata anche da molti consiglieri di minoranza che hanno sottolineato come lo stesso Consiglio non sia stato informato sulle iniziative che la Città avrebbe intrapreso.
Per Eleonora Artesio (La Sinistra) occorre che la Città si assuma la responsabilità di quanto accaduto, con azioni che il consigliere Francesco Tresso (Lista civica per Torino), ha definito lacunose. Per Maria Grazia Grippo (PD), c’è l’esigenza che vengano riconosciuti gli errori mentre Elide Tisi (Pd), ha ricordato come, a fronte di un’emergenza sanitaria dichiarata il 31 gennaio, la Città è alcune azioni avrebbero dovute essere attivate da subito. Ha chiesto le dimissioni dell’Assessora Schellino, invece, Deborah Montalbano (DeMa) mentre Aldo Curatella (Misto minoranza) si è interrogato su quale fosse la pianificazione della Città, vista l’assenza di risposte sulla vicenda, nel Consiglio di lunedì scorso.
Il presidente Versaci ha invece sottolineato la necessità di affrontare il tema senza polemica, nonostante gli errori che possono esserci stati.
Marina Pollicino (Con.Ci) si è infine chiesta cosa sarebbe potuto accadere in caso di riscontro di casi positivi al covid-19.
La stessa Pollicino, nell’ambito del successivo argomento Trattato dalla Commissione, ha illustrato un suo ordine del giorno nel quale chiede che siano assicurati, a medici e personale sanitario, turni di riposo, indennità ed assistenza psicologica.

Federico D’Agostino