La detenzione ordinaria per mamme con bimbi piccoli non è una cosa civile. A dirlo è Domenico Minervini, il direttore della Casa circondariale “Lorusso e Cutugno”, ancora da molti più conosciuta come “il carcere delle Vallette”. Ed è una realtà che, nel 2011, ha portato alla fondazione degli ICAM , istituto di custodia attenuata per madri. Strutture situate nei complessi carcerari ma con regole e condizioni di vita più consone alla presenza di bambini di età compresa tra o e 6 anni a fianco delle loro genitrici. Alla “Lorusso e Cutugno”, l’ICAM è stata avviata con successo già da diversi anni ed è al centro di numerose iniziative formative ed educative, anche grazie alla collaborazione tra direzione carceraria, Ufficio della Garante dei Detenuti della Città di Torino e associazioni di volontariato. Il tutto nell’ottica di crescere e fare crescere, costruire speranza e riabilitare, perché il ruolo di una madre resta tale anche in condizioni inusuali come quelle della carcerazione. Martedì 2 aprile, presso il cinema Massimo, è stato presentato ad un pubblico numeroso ed interessato un cortometraggio realizzato dal regista Roberto Agagliate, La madre e il suo principe, tratto da una fiaba, poetica ma anche a tinte cupe, appartenente alla tradizione delle comunità Rom.
Il cortometraggio è stato realizzato con l’attivo concorso delle madri detenute, anche per le scenografie, ed utilizza una tecnica che ricorda quella del teatro delle ombre cinesi. “Un lavoro bello e delicato”, lo ha definito la Garante dei detenuti Monica Cristina Gallo, che ha presentato, prima della proiezione alcuni percorsi di inclusione e sostegno portati avanti dal proprio ufficio non solo nei confronti dell’ICAM ma dell’istituzione carceraria nel suo complesso.
Claudio Raffaelli