L’arcivescovo Nosiglia: “Sicurezza del lavoro, una guerra non dichiarata”

Folla davanti al duomo per iil funerale di Filippo Falotico, una delle vittime del crollo della gru in via Genova

In un duomo di San Giovanni gremito di persone, in gran parte giovani, si sono svolte le esequie del ventenne Filippo Falotico, rimasto ucciso – con i suoi colleghi Roberto Peretto e Marco Pozzetti – nel crollo della gru che stavano allestendo in via Genova, sabato scorso.

Nella sua omelia, l’arcivescovo Cesare Nosiglia, insieme a parole di pietà, conforto, esortazione alla fede ed alla speranza, ha denunciato “la guerra non dichiarata della sicurezza sul lavoro”, ricordando con le vittime del crollo della gru anche i morti della ThyssenKrupp e tutti i troppi altri uomini e donne che non fanno ritorno a casa dopo esserne usciti per guadagnarsi il pane.

Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, ha pronunciato una dura omelia

In particolare, Nosiglia ha definito “inaccettabile che in un Paese il quale vuol essere tra i più avanzati si debbano registrare così tanti gravi incidenti e infortuni sul lavoro, mortali e invalidanti. Le inchieste della magistratura – ha aggiunto il capo della Chiesa torinese – hanno il compito di stabilire la cause specifiche di ciascuno di questi episodi, ma è evidente che c’è un problema ben più vasto, che coinvolge l’intero sistema sociale ed economico”. L’arcivescovo ha quindi evocato un’adeguata legislazione e  opportuni investimenti negli organi di controllo, affinché la legge venga applicata.

Occorre comprendere – ha aggiunto – che i costi della sicurezza sono il vero investimento, per imprenditori, committenti e lavoratori. Non si può risparmiare sulla vita, non si può addirittura speculare sulle vite altrui. C’è un diritto al lavoro ma anche un diritto alla sicurezza del lavoro, che appare ancora lontano da realizzare. Anche per questo, nei giorni scorsi ho parlato di vergogna, perché le istituzioni, i politici, le agenzie di controllo non possono restare ignavi e inerti a fronte di questa guerra non dichiarata della sicurezza sul lavoro”.

In duomo, con i familiari del giovane lavoratore deceduto, autorità e tanti torinesi

Cesare Nosiglia ha quindi concluso sottolineando come il lutto cittadino e il gran numero di persone presenti siano la testimonianza “che tutti siamo responsabili, che non vogliamo dimenticare e non dimentichiamo”.

Alle esequie in duomo hanno preso parte, con il prefetto e il sindaco Stefano Lo Russo, numerosi rappresentanti del Consiglio comunale e della Giunta di Palazzo Civico: il vicepresidente vicario Domenico Garcea, gli assessori Tresso, Pentenero e Carretta, i consiglieri Diena, Tronzano, Ciampolini, Crema e Apollonio. Il Consiglio comunale, nella sua seduta di lunedì 20 dicembre, aveva reso un silenzioso e corale omaggio alla memoria delle vittime di via Genova.

Claudio Raffaelli