I torinesi scelgono la cremazione

La sala del commiato del tempio crematorio di Torino (Foto Socrem)

Cosa c’è dopo la morte? Intanto il funerale con relativi riti e adempimenti burocratici, un’attività che coinvolge, a parte i luoghi di culto, la Città, l’AFC Torino (l’azienda che gestisce tutta l’attività all’interno dei cimiteri) e le agenzie di onoranze funebri.
Un’attività legata spesso all’ultima scelta del defunto, vale a dire quella di essere cremato, inumato o tumulato.
Nel corso della commissione competente sulle aziende partecipate dal Comune, presieduta da Antonio Fornari, i vertici di AFC, la presidente Michela Favaro e l’amministratore delegato Antonio Colaianni, illustrando l’attività dell’azienda, hanno fornito anche alcuni orientamenti della popolazione torinese, circa le scelte del “dopo vita”.
Nel 2018, i decessi a Torino sono stati 12133, su una popolazione di circa 880 mila abitanti. Il 36% dei funerali (4.337) si è svolto fuori Torino, il numero delle sepolture in Torino (inumazione e tumulazione) è stato pari a 3384 (28%) mentre la cremazione raggiunge quota 4.412 (36%) con valori crescenti rispetto al 2017. Dato ancora maggiormente significativo se rapportato al periodo 2013 – 2017, in cui le cremazioni avvenute in Torino hanno raggiunto una percentuale del 28,87%.
Dati, questi, che hanno portato l’Amministrazione comunale, rappresentata in commissione dall’assessore Marco Giusta, a valutare, nell’ambito di un piano regolatore dei cimiteri, l’opportunità di realizzare un secondo forno crematorio.
Una struttura, questa, anticipata dalla predisposizione di una sala del commiato, che permetterà di analizzare meglio dati ed esigenze, e dall’individuazione di ulteriori luoghi per la dispersione delle ceneri.

Federico D’Agostino